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Col Frosinone segna ancora Ronaldo e la Juve non si ferma più

Quinta vittoria consecutiva per i bianconeri in campionato

Carlo Antini
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Ci sono voluti 81 minuti e una zampata di Cristiano Ronaldo per fare in maniera che la Juventus infilasse la quinta vittoria consecutiva, tenesse a distanza il Napoli e battesse un rocciosissimo, pelosissimo Frosinone. Poi, sì, è arrivato anche il raddoppio di Bernardeschi, ma pochi istanti prima della fine e a funerale ormai avvenuto. La terza rete di CR7 non è stata bellissima, non ha avuto connotazioni spettacolari, però si è rivelata efficacissima e ha consentito ai campioni d'Italia di sfilarsi da una situazione che stava diventando istante dopo istante sempre più delicata. Solo così, con un guizzo, con una stoccata fulminea, la squadra di Massimiliano Allegri poteva liberarsi dalla ragnatela che Moreno Longo aveva preparato per evitare la goleada. In fondo, il portoghese è stato (stra)pagato per questo, per risolvere le grane: interne e internazionali. Certo che né lui né i suoi compagni hanno messo insieme una prestazione memorabile contro una neopromossa, per di più con la difesa peggiore della Serie A. Prima del destro letale la notte ciociara di Cristiano Ronaldo si era avvitata su una conclusione salvata sulla linea da Capuano, su un altro paio di conclusioni non proprio galattiche, sulla sensazione abbastanza netta che in Italia, diversamente dalla Spagna, non esiste una terra promessa e pure i campi di provincia sono ossicini duri da mordere. Il Frosinone è stato ciò che saranno altre squadre dello stessa cifra tecnica: dieci uomini dietro la linea della palla, difesa a cinque, centrocampo intasato, ruvidezze assortite, ogni tanto qualche uscita fuori porta giusto per tenere alto l'orgoglio. Senza spazi, senza corridoi in cui infilarsi, in un quadro globale quasi asfittico è difficile per tutti, pure per CR7, continuare a essere belli e devastanti. Ci vuole pazienza, bisogna alzare i ritmi, è determinante allargare il gioco e quindi sfruttare di più e meglio le corsie laterali, diventano indispensabili le iniziative personali, ovvero i colpi di magia. Ronaldo, Dybala, Mandzukic, Pjanic, lo stesso Cuadrado - ancorché schierato terzino - sono portatori sani di classe pura. Ma, evidentemente, non bastavano per fare breccia. Non a caso, dopo 10 minuti della ripresa Allegri ha inserito Bernardeschi al posto di Bentancur proprio per aumentare il coefficiente di imprevedibilità della Juventus, mantenendo comunque il 4-3-3 iniziale. Una mossa dettata dal buonsenso, dall'ottima condizione dell'ex viola e dalla cadenze troppo lente del regista uruguaiano, preferito a Matuidi, con Emre Can sostituto di Khedira. Poco alla volta si è cominciato a giocare a una porta, quella del Frosinone ovviamente, l'assalto bianconero è diventato assedio, gli spazi si sono ulteriormente ristretti, Ronaldo ha sciupato un'altra buona chance per spezzare l'equilibrio della gara e trasformare una salita in discesa, dopo è toccato a Cuadrado, Mandzukic e Alex Sandro sprecare occasioni generose. Fino a quando la palla giusta non è capitata sui piedi di Cr7, uno spietato cecchino e, all'improvviso, i fantasmi si sono dissolti. Tanto che il "Berna", in pieno recupero, ha potuto dare più dignità al successo con il suo (bel) gol.

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