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Nicchi: "Arbitri minacciati e portati in tribunale"

Sfogo del capo dell'Aia contro l'iniziativa dei tifosi della Lazio

Luigi Salomone
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Arbitri picchiati, portati in tribunale e proiettili ai vertici dell'Aia. Una situazione che rende la misura "colma". E' la denuncia del presidente dei fischietti italiani Marcello Nicchi. Una situazione di "gravità estrema" in cui il numero uno dell'Aia si sente abbandonato dalla Figc. "Ci sono stati sit-in di protesta e nessuno ha proferito parola. Ci sono tesserati che parlano di malafede e non ho sentito nessun intervento. C'è un giornalista che in una trasmissione Tv ha detto che 'bisogna sparare agli arbitri perché hanno dichiarato guerra ad un popolo ed in guerra non si va suonando lo zufolo, si va sparando'". spiega. Ma c'è di più. Negli scorsi giorni presso la sede degli arbitri sono arrivati "plichi con pallottole, per me, per il vicepresidente e per il designatore Rizzoli". Su questo specifico evento la procura di Roma ha aperto un'indagine per minacce aggravate. Come se tutto questo non bastasse, Nicchi ricorda poi che l'arbitro Di Bello ed il suo collega Giacomelli fra qualche giorno "dovranno comparire in tribunale davanti al giudice di pace per non aver dato un calcio di rigore". Il riferimento è alla citazione in giudizio da parte di alcuni tifosi della Lazio nei confronti dei due per le decisioni prese nel corso della gara Lazio-Torino dove erano rispettivamente addetto al Var (Di Bello) ed arbitro (Giacomelli). "Vi risulta che se un calciatore sbaglia un rigore venga convocato la settimana dopo in tribunale? E' una cosa gravissima", la furia di Nicchi. C'è poi il problema della violenza sugli arbitri "che non può essere sottavalutata" specie nei campionati dilettantistici e, soprattutto, nelle gare giovanili. "Anche quest'anno circa 300 arbitri hanno subito violenze di cui 100 hanno subito botte gravi con necessità di assistenza al pronto soccorso fino al ricovero", i dati snocciolati da Nicchi. Il capo degli arbitri denuncia poi ritardi nei rimborsi. "Alle sezioni - racconta - iniziano ad arrivare ragazzi accompagnati dalle famiglie che vogliono sapere perché il figlio non viene rimborsato da 5 mesi quando i genitori hanno anticipato la benzina per andare ad arbitrare e così li fanno smettere perché non se lo possono permettere". Una situazione che potrebbe portare i fischietti anche allo sciopero anche se Nicchi frena. "E' una parola che non ho mai nominato", dichiara. Per l'Aia, comunque, dalla Figc, "è in atto un attacco alla nostra autonomia con il tentativo di accentrare tutto a Roma". "La Federazione è in grande difficoltà e va ricostruita ma non distruggendo le cose che funzionano", dice Nicchi. "Dal nostro budget - spiega ancora - sono stati tagliati costi per 100mila euro per quanto riguarda i raduni tecnici che sono la formazione degli arbitri. Un altro taglio da 55mila euro è stato fatto per le spese generali dell'Aia". Nicchi, invece, ha parole di stima per l'attuale commissario federale Roberto Fabbricini. "E' una persona perbene e di grande livello - dichiara - mi ha detto che farà il possibile". Un Fabbricini che in serata tende la mano specificando che i rimborsi arbitrali: "verrano evasi nei prossimi 25/30 giorni" mentre sul tema della violenza: "ho fatto presente a Nicchi come il miglior modo per contrastare questo atavico e deprecabile fenomeno sia intensificsare il lavoro di sensibilizzazione presso i club, i tecnici ed i calciatori. Attività che la Figc ha già intrapreso con tutte le componenti federali".

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