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Finalmente Destro e cuore

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Èsua la doppia semifinale di Coppa Italia da giocare contro l'Inter (andata all'Olimpico mercoledì 23, ritorno il 30 a San Siro), va fuori la Fiorentina ed è giusto così. I viola avevano davvero tutto a favore: il campo, per una folle inversione decisa dalla Lega, e gli uomini, visto che a Zeman mancava tutto l'attacco. Ma il carattere dei giallorossi, la capacità del boemo di non essere più il solito integralista e quel pizzico di fortuna che si è ricordata della Roma hanno deciso l'incontro dopo 120' e una vergognosa rissa finale. La vince Destro, che ne sbaglia un paio clamorososi e butta dentro il pallone giusto nel supplementare, ma è soprattutto il successo del gruppo: un flashback di una sfida di Coppa Italia vinta ai rigori qui nello stesso stadio dai giallorossi. Anche questa sarà indimenticabile per quello che succede prima della partita. Se cambia pure Zeman, ogni sorpresa diventa possibile: con il 3-4-3, che nel tridente presenta due centrocampisti e in fase difensiva diventa un 5-4-1, ha coperto una Roma in emergenza e cercato di sfruttare i punti deboli della Fiorentina. La contromossa di Montella? Mettersi a specchio allargando Aquilani da esterno, non esattamente il suo ruolo. Ne esce fuori una partita gradevole ed equilibrata, giocata meglio dalla Roma all'inizio. La difesa è più protetta, De Rossi e Bradley si dividono i compiti in mezzo, Florenzi sfrutta gli spazi a sinistra per inserirsi, anche se non ha la freddezza per concludere. Non a caso le prime occasioni nitide sono tutte giallorosse: De Rossi e Marquinhos di testa che sfiorano il palo, un salvataggio di Gonzalo sul tiro di Pjanic a botta sicura e il diagonale di Destro a lato dopo un'azione personale sembrano il sequel degli sprechi di Napoli e Catania. Se la partita non è elettrizzante come quella di campionato è più per demeriti dei giocatori in campo della Fiorentina, che potrebbero comunque passare in vantaggio, ma la traversa dice «no» al gol dell'ex Aquilani che si mette le mani nei capelli. La Roma non sa guarire dal suo male e divora un'altra occasione clamorosa a inizio ripresa con Florenzi. Ma la Fiorentina si è svegliata nell'intervallo, risistemandosi con cinque uomini a centrocampo. Con Dodò e Taddei Zeman prova a ravvivare le fasce mentre Montella si gioca le carte Romulo e Ljajic. L'occasione per chiudere la gara entro il 90' ce l'ha ancora la Roma ma Destro la calcia alta. Le energie finiscono, la Fiorentina dà tutto e nel recupero dei tempi regolamentari c'è un match point per parte, ma il palo salva Goicoechea sulla botta di Borja Valero e Destro non la butta dentro neanche quando supera Neto. Non può sbagliare, invece, al 7' del primo supplementare servito da Pjanic: un gol liberatorio. «La fortuna aiuta gli audaci» ha detto Zeman sulla Lazio. È vero e la Roma ne ha avuta ancora con il terzo legno colpito da Cuadrado. Nel finale di sofferenza Destro fallisce ancora a tu per tucon Neto, Taddei riesce a prendere due gialli nel supplementare, si chiude in 9 contro 10 per la rissa tra Cuadrado e Dodò che degenera a bordo campo. Rizzoli la chiude subito dopo e gli stremati ragazzini giallorossi guidati da De Rossi corrono a festeggiare sotto i pochi tifosi presenti. Ora c'è l'Inter, tre sfide in dieci giorni che possono decidere la stagione, sognando una finale all'Olimpico contro Lazio e Juventus. Scusate se è poco.

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