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Lotito: su Calciopoli rinuncio alla prescrizione

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UnLotito a tutto tondo ieri si è soffermato anche sul binomio calcio e legalità. Il presidente della Lazio, condannato in primo grado a un anno e tre mesi nel processo di Napoli su Calciopoli ha spiegato che «non ho mai interloquito con nessuno, né arbitri né designatori, Calciopoli è un sistema che non mi appartiene. Mi viene contestata - ha continuato - la frode sportiva per fatti su cui non avevo riscontro, ero appena entrato nel calcio e ciò mi fa sorridere.». Lotito ha poi evidenziato come «l'udienza d'appello non è stata ancora fissata. Mi pare di capire che per quanto riguarda l'aspetto dello Stato questo processo si è quindi esaurito. Ma io rinuncerò alla prescrizione». Una dichiarazione che arriva nel giorno in cui fa capire di non disdegna un possibile impegno politico: «Io faccio l'imprenditore e tale mi piace rimanere. È chiaro però che, in un contesto dove il Paese sta soffrendo, se mi venisse chiesto un apporto per sostenere un cambiamento del sistema io valuterei le opportunità. Io ho questo spiccato senso della "polis". Destra o sinistra? Non mi interessa l'aspetto ideologico, solo quello programmatico». Poi una battuta su Moratti: «È arrabbiato per le notizie su Diakitè? Normalmente si arrabbiano i cani, al massimo si sarà inquietato. Non penso che Massimo possa aver esternato in questi termini le sue valutazioni che forse nascono da delle mie dichiarazioni sulla vicenda Snejder». Infine, in serata, la notizia dalla procura federale che ha deciso di archiviare il procedimento nei confronti di Lotito, che lo scorso aprile si era rivolto al Tribunale civile di Roma contro la decisione della Federcalcio che l'aveva sospeso dalla carica di consigliere federale.

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