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Non c'è solo la sfida in campo.

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Perchéentrambi sono proprietari di case vinicole: la «Bodegas Iniesta» della famiglia del centrocampista del Barcellona, nella Castiglia-La Mancia, e la «Pratum Coller» del giocatore della Juventus, in provincia di Brescia, la città dove è originaria la sua famiglia. La sfida enologica, almeno per quanto riguarda la quantità di terreno coltivato la vince a mani basse Andres Iniesta con circa 120 ettari di viti contro i poco meno di dieci della famiglia Pirlo. Ma quantità non è mai sinonimo di qualità e la Pratum Coller del centrocampista italiano si distingue per una grande attenzione all'equilibrio dei vini con prodotti a bassissimo impatto ambientale e autorizzati per l'agricoltura biologica. Quattro le etichette prodotte dall'azienda Pirlo – diretta principalmente dal padre Luigi, imprenditore del ramo siderurgico – che ha rilevato una vecchia cascina, per metà già di proprietà della famiglia, alle porte di Brescia, nel 2007: «Eos», un rosato, che è il primo «nato» in cantina, il bianco «Nitor» ottenuto da uve Trebbiano di Lugana, il «Redeo», un rosso, e «Arduo», che è il vino di punta della produzione, un rosso corposo che si fa piacere per la forte impronta del merlot al quale si aggiunge il profumo di ciliegia del Marzemino e la morbidezza del sangiovese. Passato in barrique può invecchiare fino a 6 anni. E che l'esperienza in vigna non sia solo uno «sfizio» Andrea Pirlo lo ha confermato qualche mese fa in una intervista al quotidiano «Brescia Oggi»: «Non mi dispiacerebbe creare posti di lavoro nelle mia zona, io a questi luoghi sono legato. È la mia terra, la terra in cui sono cresciuto». Andres Iniesta possiede invece una fattoria su un altopiano a 800 metri di altezza che guarda verso il Mediterraneo, dove vengono coltivate 12 varietà di uva. Dalle quali sono prodotti due vini: il «Corazon Loco», sia rosato sia «tinto» e il «Finca El Carril» bianco. Pa. Zap.

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