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Matteo De Santis Una storia con il finale già scritto, i protagonisti arcinoti e il resto della trama tutto da scoprire.

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Ilnocciolo della questione non è se Vincenzo Montella andrà a finire sulla panchina della Roma - come tutte le parti in causa sanno che succederà - ma il come e il quando. C'è da superare la resistenza, per ora solo verbale, del Catania a concedere il via libera all'Aeroplanino, che a norma di contratto dovrebbe fermarsi alle pendici dell'Etna fino al giugno 2013. Il presidente Antonino Pulvirenti continua a ribadire pubblicamente che Montella non si muoverà, anche se sa già che alle proprie dipendenze tra pochi giorni ci sarà uno tra Marino (in leggero vantaggio) e Di Carlo. Dichiarazioni di facciata fatte solo ed esclusivamente a scopo strategico. Il Catania sapeva già che in caso di una chiamata di una grande avrebbe dovuto lasciare andare Montella. Come confermano le parole rilasciate dall'ormai ex ad etneo Pietro Lo Monaco a Radio Radio Palermo: «Montella alla Roma? Una buona società deve essere pronta a tutto. Ai grandi club non si può resistere. Io avevo già individuato il successore». Successore individuato ancora prima che Lazio, Palermo e Fiorentina bussassero alla porta dell'Aeroplanino ricevendo un no dietro l'altro. Vincenzino, infatti, aveva già fiutato nell'aria la chiamata della Roma. Ora che è realtà, si tratta solo di ottenere il via libera del Catania. La Romaè convinta di poterlo avere senza problemi e in tempi piuttosto brevi, magari smistando in Sicilia dei ragazzi della Primavera o qualcuno tra Rosi, Greco, Florenzi e Bertolacci. Oggi, per gli strani casi della vita, Montella potrebbe fare, indirettamente, un favore alla Lazio battendo l'Udinese. A fine partita saluterà il Massimino e il Catania, parlerà e domani tornerà a Roma dalla famiglia. Per restarci come allenatore della Roma.

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