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La parola alla difes

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Sidovrebbe discutere di Atalanta-Lazio, ma un po' la situazione di classifica che lascia poco spazio alle speranze, un po' i giornali che hanno già inaugurato il tempo dei bilanci, trasformano la conferenza stampa di Reja in una difesa a tutto campo del suo lavoro. Ufficialmente la Lazio è ancora in corsa per la Champions, in realtà, a Formello è l'ora dei processi. «Dovete finirla con questa storia della preparazione - attacca il tecnico - sono tutte balle. Quando una squadra gioca ogni tre giorni e non ci sono i ricambi necessari, è normale che si corra il rischio di infortunarsi. Con Gigi Febbrari (il preparatore, ndr) ne abbiamo parlato spesso durante la stagione. Eravamo consapevoli dei pericoli, specie per un giocatore come Klose che da anni non giocava tutte queste gare. Ovviamente speravamo non si infortunasse mai, ma a questi ritmi succede, giocare ogni tre giorni non ci ha aiutato. La preparazione non c'entra nulla, anche se vi capisco, ogni giorno dovete riempire delle paginate e gonfiate qualsiasi cosa succeda». Capitolo secondo: il crollo fisico della squadra nei momenti cruciali. «Si è detto che l'anno scorso era andata allo stesso modo. Non è vero: all'epoca abbiamo fatto 33 punti nel girone d'andata e 33 nel ritorno (in realtà furono 34 e 32, ndr) e quindi c'è stato un rendimento assolutamente omogeneo». A segnare una frattura rispetto a 12 mesi fa, secondo Reja, è un altro fattore: «Quest'anno hanno inciso gli infortuni, più ancora del mercato di gennaio e della sfortuna. Soprattutto in attacco: Kozak non è ancora maturo per fare il titolare, Alfaro deve calarsi nel calcio italiano. Rocchi ha fatto il suo ma non è stato sempre bene e poi non può giocare ogni tre giorni. La verità è che con Klose in campo avremmo avuto qualche punto in più, a questo punto saremmo già stati a quota 61-62. Pensate a tutte le palle gol create col Siena, pensate al Lecce e al Novara. Non ci voleva poi tanto, giusto qualche gol in più. Mi sarebbe bastato rimanesse Sculli»... Archiviati i rimpianti c'è da pensare alla gara. Anche perché «finché la matematica non ci condanna abbiamo il dovere di dare il massimo e di crederci». Se non per la Champions, almeno per concludere in bellezza un campionato che il tecnico giudica «comunque positivo» e centrare la qualificazione in Europa, che sia quella di lusso o quella minore. Importante sarebbe anche non scendere sotto il quinto posto per evitare eventualmente il preliminare di Europa League di fine luglio. Reja vuole il massimo dei punti ma a Bergamo sarà tutt'altro che facile. Il tecnico ancora una volta ha dovuto fare il dribbling tra tutti gli indisponibili per schierare un undici presentabile. Unica nota lieta il ritorno tra i convocati di Klose: «Ci parlerò - dice Reja - e decideremo insieme se utilizzarlo dall'inizio o meno. Abbiamo un rapporto franco e lui non è certo di quelli a cui puoi dire che deve giocare per forza». Qualcosa del genere i tifosi della Lazio l'avevano già capita.

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