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Sì, meno cento giorni a Londra, ma anche e soprattutto meno cinquanta a Euro 2012.

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Moltii nodi da sciogliere, soprattutto per quanto riguarda il reparto offensivo, ma anche scelte che lasceranno il segno. Ieri il suo tour ha fatto tappa nella capitale «per cercare di capire come stanno andando certi giocatori - ha spiegato il ct - se stanno lavorando bene. Siamo vicini alle convocazioni e quindi chiedere informazioni ai colleghi è importante». Mattina a Formello in visita al centro sportivo della Lazio per assistere agli allenamenti dei biancocelesti. Lì ha incontrato il tecnico Reja e il ds Tare (non c'era Lotito) prima di una rapida chiacchierata con Mauri, Marchetti e Ledesma: i tre laziali con chance di azzurro. Ha poi salutato «vecchi» amici come Brocchi e capitan Rocchi, prima della stretta di mano con Klose: l'uomo che un paio di anni fa relegò la «sua» Fiorentina fuori dalla Champions con un gol a Monaco in netto fuorigioco. Il bilancio «biancoceleste» di Prandelli è in perfetta linea con lo stile del viaggio in giro per l'Italia. «L'incontro è stato piacevole perché Edy è una persona di buon senso - ha detto - è un grande allenatore e soprattutto emana umanità. Le mie scelte saranno fatte non solo in base alle qualità tecniche ma anche per la formazione di un gruppo molto consolidato. Mauri?Mi fa piacere che sia tornato a giocare ad alti livelli, per quanto riguarda gli altri, stanno facendo un ottimo campionato». Poi seconda tappa a Trigoria dove il ct è arrivato in tarda mattinata e ha pranzato con l'amico Baldini. Anche qui rapido incontro con Totti e De Rossi, una chiacchierata con Borini e Osvaldo (gli altri due giallorossi che posso andare in Polonia), quindi una decina di minuti di allenamento prima di lasciare il centro sportivo di Trigoria: un posto che lo ha riportato al passato, a otto anni fa quando Prandelli era l'allenatore della Roma e Baldini faceva il ds. Panchina ora presieduta da Luis Enrique al quale il ct della nazionale ha fatto i complimenti. «Ho sempre avuto un bellissimo ricordo della Roma e ritornare a Trigoria è sempre piacevole ed emozionante. Luis Enrique? È una persona credibile, con uno spirito fantastico, ma soprattutto è diventato un riferimento. Il suo è un progetto tecnico fantastico: ha portato cultura, un modo diverso di far calcio, e mi auguro che possa continuare perché lo merita». Ma a meno di due mesi dall'inizio degli Europei il tema dominante sono le convocazioni, soprattutto quelle che riguardano qualche pezzo da novanta. C'è in piedi la questione Totti-Del Piero sulla quale ieri il ct è stato chiaro. «Meglio non sentire certe voci. - ha scherzato - ma è ovvio che quando si parla di Totti e Del Piero bisognerebbe avere tutti un senso di grandissimo rispetto e non solo. Hanno dato tanto e potrebbero dare comunque ancora tanto». Quel «potrebbero ancora dar tanto» in un nanosecondo ha fatto il giro del mondi rianimando la fantasia di molti.La sintesi del ct azzurro è: «Per le convocazioni bisognerà aspettare, ma le valutazioni saranno fatte non soltanto in base all'età anagrafica ma anche a un progetto e alla continuità». Il che vuol dire tutto e il contrario di tutto, con l'ipotesi Totti-Del Piero al momento molto poco probabile... ma mai dire mai. Il capitano romanista aspetta segnali e accetterebbe un'eventuale convocazione solo in caso di una chiamata «a furor di popolo». Il problema di Prandelli era e resta soprattutto l'attacco.Con Rossi out e Cassano ancora da «definire» (anche se il ct martedì ha detto che «Antonio nel mio album delle figurine c'è sempre») e un Pazzini in evidente calo, le scelte diventano limitate. Un posto certo dovrebbe averlo Matri, così come Balotelli nonostante le insidie di un «codice etico» che continua ad essere il vero antagonista del talento del City. Gli altri sono tutti ballottaggi con Osvaldo che potrebbe insidiare proprio Pazzini e Quagliarella che spera di poter rientrare nel gruppo. Più difficile, per motivi anagrafici, la strada di Di Natale così come quella di un Borriello che a anche a Torino non sembra aver ritrovato quella vena prolifica che gli aveva fatto sfiorare il mondiale in Sudafrica.

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