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La lenta agonia del calcio italiano

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Trale due spagnole, la sorte ha favorito largamente Mourinho, la mano felice di Breitner gli ha consegnato la vittima predestinata, l'Apoel. L'altra botta di fortuna (si dice così?) ha baciato i tedeschi, che un'eventuale finale se la giocherebbero in casa, l'Olympique ha già fruito di fin troppi aiuti dalla buona sorte. Si rinnoverà la sfida della prima fase, dalla quale il Milan era uscito con onore ma con un solo punticino, quello lucrato in Catalogna. Ma anche in quelle due occasioni si era capito quale fosse la squadra più forte. Non sarà dunque al settimo cielo l'umore dei milanisti nell'affrontare questa vigilia tutta dedicata al vertice della classifica, chi comanda e chi insegue di scena a poche ore di distanza, entrambe lontane dal pubblico di casa. Delle due avversarie, forse sta offrendo qualcosa in più, sul piano del gioco, quel Parma che non sta raccogliendo in misura adeguata per il suo livello di gioco. Al Tardini non avrà dunque vita facile la capolista, ancora una volta in emergenza difensiva dopo il forfait di Abate, ma con pesanti assenze anche negli altri reparti, da Boateng, a Robinho, a Pato. Ma chiaramente il pronostico resta orientato dalla parte di chi può disporre del devastante Ibrahimovic. La Fiorentina non è stata né bella né fortunata, di recente, e neanche stavolta avrà l'insostituibile Jovetic. Dovrà risolvere, la prima inseguitrice, il problema del gol, in avanti non basta il talento limpido di Vucinic, che ha contro soltanto la sfortuna. Ma la nota più tragicomica relativa alla sfida del Franchi la offre, senza dubbio, la designazione di Bergonzi, che da quarto uomo aveva decretato l'espulsione di Conte nella gara con il Bologna. Braschi ha mostrato, se non altro, di non sentire la pressione dei poteri forti, però il coraggio sfiora la temerarietà. Ci si domanda come l'arbitro genovese possa dirigere serenamente, sapendo che ogni decisione contestabile avrà immediata, doppia interpretazione. Difficile possano prevalere i giudizi assolutori, certo che gli atteggiamenti del tecnico hanno effetto puntualmente negativo sugli umori di tutti, magari gli amici tollerano, il resto del mondo tende all'antipatia. Quella che la Juve invocava per sentirsi di nuovo grande: c'è riuscita in pieno.

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