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Franco Bovaio Il ritorno di Zeman non è più un semplice sogno, ma giornata dopo giornata sta diventando una solida realtà.

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Vincendoi granata tornerebbero in testa, ma solo con un punto in più di questo splendido Pescara che Zeman ha preso quasi in sordina per poi portarlo a lottare concretamente per la promozione. A suon di gol, chiaro, visto che con i 63 segnati ha il miglior attacco del campionato. Reti per lo più firmate da Insigne, Immobile e Sansovini, il nuovo trio d'attacco di quel 4-3-3 da sogno tanto caro al mister, un modulo che ormai è più che una parola d'ordine per tutti i suoi seguaci. E non sono pochi, tra costoro, anche i tifosi di Lazio e Roma che già ebbero modo di conoscerlo negli anni novanta, con questi ultimi che lo avrebbero voluto in panchina al posto di Luis Enrique. «Spettacolo per spettacolo non era meglio Zeman dello spagnolo?», si chiedono ormai sempre più spesso nei talk show radiofonici e dargli torto è quasi impossibile. Con lui gli stadi si riempiono (vedi l'Adriatico, spesso esaurito) e il calcio torna ad assumere quella veste ludica e allo stesso tempo pulita che troppo spesso ormai non ha più. Chi gli voleva male dopo quelle dichiarazioni su farmacie e finanziarie pensava di averlo affossato per sempre, ma lui è rinato e il primato conquistato ieri con il Pescara grazie al successo per 2-1 in casa del Cittadella (reti di Sansovini e Insigne, tanto per cambiare) lo ha di nuovo consacrato leader di un campionato e di un modo di intendere il calcio che gli farà sempre onore. Basta guardare la partita di ieri: dall'1-0 all'1-2 passando per emozioni, spettacolo, giocate coraggiose e continui ribaltamenti di fronte. Questo è il calcio che piace alla gente, come testimonia lo striscione goliardico esposto ieri per una trentina di minuti dai tifosi del Pescara al «Tombolato»: «La Padania non esiste, Zemanlandia sì». E in vista della prossima stagione, al di là dell'improbabile suggestione Inter, sono molti i presidenti di A che stanno pensando a lui, che però dichiara: «A Pescara sto bene, spero di poter continuare. Ora non sono i tempi giusti, ma le condizioni ci sono. E poi le chiacchiere stanno a zero». Un'affermazione che per uno di così poche parole sembra quasi scontata.

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