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Mauri dall'inferno al paradiso: «La mia apoteosi»

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Ilsuo profilo twitter parla da solo. È stato un gol atteso sei anni. Sei, come il suo numero di maglia. Nel dicembre del 2006 sfiorò l'apoteosi, con una rovesciata che si infranse sulla traversa prima di essere ribadita in rete da Mutarelli. Allora fu il trionfo di Delio Rossi, con tanto di tuffo nel fontanone del Gianicolo. Oggi l'uomo copertina é lui, Stefano Mauri, che decide il derby con un gran gol dopo una stagione sofferta. Quattro mesi di stop, un intervento subìto in Germania per ricucire uno strappo dei tessuti muscolari, una lunga rieducazione accompagnata da voci e sussurri poco rassicuranti legati alle indagini portate avanti dalla Procura di Cremona. Il centrocampista laziale segna un gran gol, e vola sotto la curva nord per festeggiare una rete che vale il terzo posto in classifica. «Sono contento per il gol - afferma a fine partita - ma sono ancora più contento per i nostri tifosi, per la squadra, e per il terzo posto in classifica. Vincere due derby nella stessa stagione ci rende felici, in passato ne avevamo persi troppi». Un gol cercato, vuluto, e ottenuto con grande furbizia. Mauri nel momento del calcio di punizione, va al di là di tutti i difensori della Roma, in fuorigioco, uscendo dal radar dei giallorossi. Poi, rientra repentinamente, sbuca alle spalle di Juan, sfugge al controllo di Taddei e in scivolata batte Lobont. «Giocare con un uomo in più ci ha avvantaggiato - confessa - abbiamo sofferto troppo nel finale, avremmo dovuto chiudere la partita molto tempo prima sfruttando le occasioni che avevamo avuto modo di creare. Adesso siamo terzi, ma il campionato é ancora lungo: dovremo fare attenzione sia al Napoli che all'Udinese». Dopo una lunga assenza Mauri é tornato: non é un caso che la squadra abbia infilato due vittorie di fila con Fiorentina e Roma. «Restar fuori oltre tre mesi é stata dura, ma ora voglio dare il mio contributo. Siamo un gran gruppo, nelle difficoltà facciamo quadrato e riusciamo a esaltarci: questo é l'anno della consacrazione».

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