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Il sogno Champions in mezz'ora

Roma, Taddei e Luis Enrique

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Tanto, forse tutto, comunque troppo condensato in così poco tempo. Catania-Roma diventa un istant-match di 25 minuti più recupero che può spostare l'intera stagione dei giallorossi. Una mezzoretta scarsa aiuterà a capire se il sogno Champions si è davvero riacceso grazie al poker con l'Inter e la spinta emotiva del rinnovo di De Rossi, oppure la squadra di Luis Enrique è destinata a restare su un'altalena che non porta da nessuna parte per quest'anno. Si comincia alle 20 sull'1-1 con un fallo laterale per la Roma nella propria metà campo. Luis Enrique si divide tra il sano realismo, «siamo ancora lontani dalle grandi squadre», e la carica da trasmettere ai suoi. «Voglio vedere la squadra fare tutto il possibile per vincere. Mi aspetto di giocare 30 minuti all'attacco», dice senza tatticismi o giri di parole l'asturiano, che tiene bene a mente le trappole preparate da Montella nella sfida di gennaio. «Il Catania fu bravo a sfruttare i nostri errori, vediamo stavolta chi sarà stato più attento e cattivo. Deve essere uno stimolo - aggiunge il tecnico - sapere che possiamo conquistare tre punti in trenta minuti: possono essere tantissimi se facciamo le cose bene o lunghissimi se le facciamo male. Per noi sarebbe un bel regalo e ci permetterebbe di risalire in classifica». A giudicare dalle partenze lanciate nelle partite, la Roma dovrebbe essere favorita. Ma non ditelo a Luis Enrique: «Meglio di no...porta sfiga! Ho parlato col preparatore atletico e non faremo nulla di diverso. Non farò scelte particolari di formazione perché la gara dura di meno, penserò solo all'undici migliore per vincere». Indisponibili Totti e De Rossi (perché sostituiti il 14 gennaio), la febbre ha bloccato Kjaer, si rivedono nel gruppo Cassetti, Cicinho e Perrotta mentre il rientro di Osvaldo è programmato per lunedì prossimo a Siena. «È quasi pronto ma non voglio rischiare», dice l'allenatore che non potrà schierare per regolamento il nuovo acquisto Marquinho ma non lo avrebbe fatto comunque. «È un buon mancino e per quello che ho visto può darci una mano». Oggi spazio a Simplicio con Gago e Pjanic, in difesa Juan-Heinze più Taddei e uno tra Josè Angel e Rosi, davanti tridente obbligato Lamela-Bojan-Borini. Luis Enrique non si scompone per il rinnovo di De Rossi. «Mi aspettavo il rinnovo di Daniele, è un punto di riferimento per la Roma e voglio ancora tantissimo da lui. Obiettivi? L'unico è vincere a Catania. Non mi piace dire se il prossimo anno saremo da Champions o da scudetto. Se un gruppo inizia a pensare cosa farà in futuro si dimentica cosa deve fare oggi. Per adesso siamo lontanissimi da chi aspira a campionato e terzo posto. Non siamo stati regolari nel girone d'andata, ma per il ritorno sono fiducioso». Anche perché vede il suo progetto ormai giunto a un secondo step: «Iniziamo a sapere cosa dobbiamo fare, in base all'avversario. Poi si vince quando riusciamo a farlo: ovvero difendiamo in undici, restiamo corti, e manteniamo voglia e concentrazione». Confermata la trasferta-lampo ormai consueta per le notturne: si parte stamattina alle 10, rientro in nottata. Ad attendere la Roma c'è Montella, che a forza di non giocare (ultima gara col Parma il 28 gennaio prima dei due rinvii con Siena e Cesena), non sa quale Catania ritroverà. Rispetto agli undici schierati a gennaio non avrà Alvarez e cambierà portiere: dentro Kosicky. «Sarà una partita - spiega l'ex allenatore romanista - totalmente diversa e comunque nessuno si accontenterà del pareggio: la Roma vuole rilanciarsi in classifica, noi dobbiamo allontanare i cattivi pensieri». Se entrambi gli allenatori sono stati sinceri, c'è da aspettarsi una bella mezz'ora di calcio.

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