
De Rossi: so bene cosa fare Totti: "Una liberazione"

L'ultima volta che sono stati sostituiti insieme risale al derby del 2010: Ranieri lascia fuori Totti e De Rossi nell'intervallo e la Roma vince in rimonta sulla Lazio. La giornata di ieri è completamente diversa, ma comunque indimenticabile. Il capitano ritrova il gol dopo 231 giorni, Daniele riceve un'inedita standing ovation quando il dolore sul pube lo costringe a lasciare la partita e, quasi certamente, a rinunciare alla gara di mercoledì in coppa Italia con la Fiorentina. Nel momento più delicato, quello della scelta definitiva sul suo futuro, l'Olimpico romanista si stringe attorno a De Rossi per dare il suo contributo. «Non permettere mai a niente e nessuno di portarti lontano da qui» c'è scritto su uno striscione, «Tu sei il futuro, devi firmare!» su un altro. A fine partita tocca proprio al diretto protagonista parlare, dopo due settimane riempite dalle chiacchiere sul contratto e da un incontro tra Baldini e il procuratore Berti. «L'applauso della gente - spiega il centrocampista - non è legato al mio futuro ma al fatto che sono uscito per la prima volta negli ultimi due anni (in realtà nella scorsa stagione è stato sostituito quattro volte, ndr). Il rapporto che ho con i tifosi va avanti da anni, per il resto continuo a non parlare, ma ad avere le idee chiare». Ovvero? «Essere consapevoli di cosa si dice e cosa no. In questa città una parola in più scatenerebbe quello che non voglio scatenare, c'è un'attenzione mediatica impressionante». E allora, quando gli ricordano le parole di Luis Enrique sabato («Daniele resta»), preferisce non commentare: «Ha detto la sua opinione e io la rispetto. Con lui - ammette De Rossi - mi trovo da Dio. La squadra gioca a meraviglia e Luis Enrique non è stato fortunato perché poteva avere qualche punto in più. È stato bello partire così nel 2012. A volte ci siamo ammosciati dopo un paio di vittorie, invece continuare con questo piglio è fantastico». L'altra faccia di un pomeriggio all'insegna della romanità è il sorriso di Totti. «È stata una liberazione» ammette il capitano, che esce dallo stadio mano per mano con i due figli. «Gol di papà» ha esclamato Cristian quando lo ha visto segnare. «Non ci erano più abituati - scherza Totti - ne ho due, uno per gol. Adesso me ne servono altri due... Sapevo che il gol sarebbe arrivato ci tenevo a ripartire bene. La maglietta? L'avevo preparata in settimana, è una dedica ai tifosi». Totti è convinto: il crollo di Firenze è lo spartiacque della stagione. «Dopo quella partita - racconta - ci sono stati dei problemi con Luis Enrique e a noi dispiaceva. Abbiamo fatto gruppo e dimostrato che noi teniamo all'allenatore come lui tiene a noi. Adesso dobbiamo pensare solo a noi stessi, continuando con questo atteggiamento e possiamo scavalcare le squadre sopra di noi». Mercoledì c'è ancora la Fiorentina e il capitano potrà tornare in coppa Italia dopo aver scontato nell'edizione scorsa le quattro giornate di squalifica. Pensiero finale per il grande assente. «Mi dispiace per Osvaldo, è il nostro capocannoniere e uno che fa reparto da solo. Ma ha la forza per tornare presto e noi lo aspettiamo a braccia aperte». Intanto spetta a Totti segnare: l'inizio promette bene. La Roma è di nuovo cosa sua dopo un'estate trascorsa con la sensazione di essere diventato uno di troppo. Il famoso «pigro» affiabiatogli da Baldini è una ferita ormai rimarginata e adesso il dg si prende le sue colpe. «Tra me è Francesco - dice Baldini - è partita male per errori di comunicazione da parte mia e qualche interpretazione forzata, ma non ho avuto mai nessun problema con lui». Il problema, adesso, è il contratto di De Rossi, una partita nella quale il dirigente si gioca molto. «È una trattativa e come tutte le trattative hanno i loro tempi e le loro interpretazioni. Entrambe le parti cercano di fare il meglio per sfruttare tutte le armi negoziali. Non dirò cosa succederà. Sicuramente è una partita aperta e questo vuol dire che se ne sta parlando». A Trigoria l'ottimismo sulla firma è crescente. «Vorrei dare la notizia ai tifosi ma è una cosa che ha bisogno dei suoi tempi e delle sue tappe. Io più che dirle le vorrei fare e se ce ne sarà dato il tempo lo faremo». Interpretando il «baldiniano», sembra proprio che il contratto si farà.
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