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Paolo Avesani Quattordici ragazze, fuori da un palazzo dello sport, a sperare che un'eventualità remota possa diventare realtà.

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Lesignorine in questione non sono tifose scalmanate, ma le atlete della Nazionale femminile italiana di pallavolo. Il palazzo è lo Yoyogi National Stadium di Tokyo. In quell'avveniristico impianto, nell'ultima gara di World cup, il Giappone schianta 3-0 gli Stati Uniti: la Coppa del mondo è delle Azzurre. Un risultato che le ragazze di Barbolini meritano al cento per cento. Per un'infinità di motivi. Per aver giocato un torneo su livelli altissimi, con 10 vittorie in 11 partite, nonostante le assenze; per aver mostrato una pallavolo bella e intensa, per aver cancellato in fretta tutte le scorie dell'ultimo Europeo. Lo Bianco e compagne hanno inseguito, con determinazione feroce un unico sogno: Londra 2012. Ritrovata la mentalità vincente e inanellata una serie importante di successi, entrare nelle tre che vanno ai Giochi non è stato più abbastanza e l'idea di vincere la Coppa è diventato un progetto. La sconfitta per 3-1 con gli Usa sembrava aver spento gli entusiasmi, tanto da far dire a Costagrande: «Abbiamo sperato di conquistare la Coppa. Non ci siamo riuscite e in bocca ti rimane un po' d'amaro»; tanto da far chiedere a Gioli e Del Core il permesso di partire con un giorno di anticipo (per necessità familiari). Invece, come succede in certe favole di sport, dopo che l'Italia fa il suo dovere annientando il Kenya, il Giappone rimette dietro in classifica gli Stati Uniti. E le dichiarazioni prendono un altro tenore. «Il primo pensiero che ho avuto quando le giapponesi hanno vinto il secondo set contro le americane (per l'Italia era sufficiente che gli Usa non vincessero 3-0 o 3-1) – commenta Barbolini - è che questa Coppa ce la siamo proprio meritata. Abbiamo battuto il Giappone da "da tre punti" e ora si è capito che squadra sia. Abbiamo perso solo con gli Stati Uniti, che quest'anno è stata la squadra più forte e continua». Dopo l'analisi del coach, la gioia del capitano: «Questa medaglia è bellissima. Prima di partire dall'Italia non immaginavo potesse finire così. Devo essere sincera, ho pensato che fosse cambiato qualcosa quando ci siamo ritrovate per partire. Volevamo rimetterci in gioco e far vedere – continua Lo Bianco - che eravamo ancora quella squadra che avevamo fatto bene tante volte». Sulla gara degli Usa: «Abbiamo vissuto i momenti decisivi tutte insieme in una zona fuori dal palazzo. Ci siamo vietate di entrare e sono stati attimi molto intensi». Un'attesa difficile, in un clima che racconta il libero Croce: «Abbiamo sofferto e, diciamo la verità, abbiamo anche un po' gufato». E poi è esplosa la gioia: «Non so cosa dire sono felicissima – esordisce Costagrande - la vittoria e il riconoscimento che ho avuto le voglio dedicare a Dio e alla mia famiglia». Chiude De Gennaro, aggregatasi per il forfait dell'Ortolani: «Sono arrivata fuori tempo massimo, non mi aspettavo di essere qui. Sono felice».

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