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Sospeso Lotito La Federazione non si ferma

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Il patron ricorrerà al Tar Moschini sarà il «sostituto»

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Ierisera, intorno alle 19, il fax di Formello ha ricevuto il documento della Federcalcio con il quale si comunica la sospensione di Claudio Lotito da presidente della Lazio. La vicenda è ormai nota. Dopo la condanna in primo grado a un anno e tre mesi per le vicende di Calciopoli - frode sportiva l'accusa al presidente biancoceleste - il patron è «incappato» nel comma 6 dell'articolo 22 bis delle Noif, le norme organizzative interne della Figc. Si chiama «Disposizioni per la onorabilità» e stabilisce che chiunque subisca una condanna, anche solo in primo grado, per determinati tipi di reato deve considerarsi sospeso dalle sue cariche fino a successiva sentenza assolutoria. Sta al «condannato» comunicare la sentenza alla Lega di serie A, quest'ultima gira la notizia alla Federcalcio che a sua volta comunica la sospensione al soggetto coinvolto, chiudendo il cerchio. Giovedì sera dalla Lega non era stato ancora inviato nulla alla Figc, il tutto si è concretizzato quasi istantaneamente ieri. Claudio Lotito, però, non ci sta. Ieri non ha voluto commentare le ultime novità ma si prepara a continuare la sua battaglia legale non solo nel processo di Napoli, dove andrà in appello, ma anche contro una sospesione che lui ritiene ingiusta per diversi motivi. Perché, secondo la sua interpretazione, costituirebbe un caso unico di «bis in ibidem», ovvero di persona costretta a scontare due volte la pena per lo stesso reato (il presidente fu già inibito all'epoca della sentenza «sportiva»). Ma anche perché la Federazione avrebbe agito «con due pesi e due misure», risparmiando al presidente del Genoa Preziosi una simile sospensione dopo una condanna in appello. Le prossime tappe della battaglia legale saranno il ricorso al Tar (passeranno almeno una quindicina di giorni prima del pronunciamento) ed eventualmente al Consiglio di Stato. Intanto, Lotito non potrà prendere parte nè alle assemblee di Lega nè ai Consigli Federali. È questa l'«inibizione» peggiore, specie se si considera il ruolo attivo avuto dal presidente biancoceleste negli ultimi incontri della Federazione. Tutti gli altri divieti (non si possono firmare contratti sportivi, non si può partecipare alle sessioni di calciomercato, non si possono fare affari con altri tesserati) sono in realtà superabili nominando presidente un uomo di fiducia, che sarà Marco Moschini, consigliere gestionale del club biancoceleste. Questa la prima mossa, ma non finirà qui.

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