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Lotito sarà sospeso. È guerra totale con la Federcalcio

Claudio Lotito, presidente della Lazio (foto GMT)

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Pugno duro della Figc e del presidente Abete. La Federcalcio va avanti per la sua strada e aspetta alcuni passaggi tecnici prima di sospendere Lotito sia dalla carica di presidente della Lazio che da quella di consigliere federale. Ormai è guerra aperta dopo la sentenza di primo grado del tribunale di Napoli che ha condannato il numero della Lazio a un anno e tre mesi per frode sportiva. E l'articolo 22 bis delle norme federali non ammette alcun tipo di deroga tantopiù per un presidente che in questi ultimi tempi ha avuto rapporti molto tesi con Figc e Coni. La norma che si intitola «disposizione per l'onorabilità» prevede che, anche se la sentenza non è definitiva, un condannato di frode sportiva viene sospeso da cariche ufficiali. In pratica in forma anticipatoria rispetto alla definitività della sentenza, se un tesserato di qualunque rango viene condannato per un reato per frode sportiva, la federazione provvede a sospenderne il tesseramento. In caso di sentenza definitiva? A quel punto scatterebbe un altro comma della norma che determina un'ulteriore ineleggibilità, se non la preclusione a vita di ricoprire le cariche. Qui scatta la difesa di Lotito che ha delle frecce nel suo arco prima che scatti il provvedimento. Intanto lo stesso presidente biancoceleste ha già segnalato alla Lega l'avvenuta condanna, poi c'è la sospensione della Figc, su cui Lotito non è d'accordo. Intanto perché rischia di essere giudicato nuovamente per un reato per cui è già stato sotto processo (tre gradi) dalla giustizia sportiva. Che è evidentemente uno dei principi cardine per tutti i sistemi giudiziari ma non per quello sportivo. Inoltre la norma 22 bis è stata riscritta e rivista nel 2010, mentre i fatti si riferiscono al 2005. La versione del testo prima del 2010 è sostanzialmente diversa ed è cambiata durante il processo penale e questo potrebbe essere un appiglio per Lotito. Il presidente biancoceleste è infuriato, non ci sta, si sente perseguitato dalla Figc. È pronto fare ricorso immediato contro la Federcalcio per abuso d'ufficio e a chiedere i danni ad Abete o a chi per lui dovesse firmare il documento di sospensione per un club quotato in Borsa. Sullo sfondo anche la carica di consigliere federale che sicuramente sarà sospesa. Ma se Lotito non ottenesse ragioni immediate decadrebbe da presidente fino all'eventuale vittoria in appello (difficile prima di un paio d'anni e non basterà l'eventuale prescrizione del prossimo settembre). Insomma, un bel problema per lui e per la Lazio anche se è convinto che la volontà della Figc si scontri sul «bis in idem», sulla irretroattività della norma contestata. Poi c'è il caso di Preziosi condannato per frode sportiva (Genoa-Venezia) del febbraio scorso. Ebbene quei quattro mesi presi in appello non sono stati scontati mai a livello sportivo. Un altro elemento che conferma le lacune della giustizia sportiva che vorrebbe condannare due volte un presidente per lo stesso reato.

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