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«Il prezzo da pagare dopo cinque successi»

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Quellazampata velenosa di Klose ha concluso malissimo una serata iniziata benissimo con il guizzo di Osvaldo e proseguita meno bene con la masochistica espulsione di Kjaer e il rigore di Hernanes. Una partita vissuta sulle montagne russe e che alla fine ha lanciato in orbita la Lazio e lasciato a terra una Roma rimasta a leccarsi le ferite per parecchi minuti negli spogliatoi e a rimuginare su qualche fischio dubbio di Tagliavento e sul raggio laser sparato per due volte addosso a Stekelenburg. Il silenzio, in questi casi, è d'oro. DiBenedetto esce tenendo la bocca chiusa (domani ripartirà da Roma), il grosso della comitiva romanista lo imita ma qualcuno non ce la fa a trattenersi. «Io non parlo dopo aver subito certi furti», scappa a Pizarro. Molto più loquace, invece, De Rossi: «Non parlo dell'arbitro - attacca il biondo di Ostia - forse questa sconfitta era il prezzo da pagare dopo cinque vittorie di fila. Non mi va di piangere dicendo che la colpa è di Tagliavento, anche se visti i precedenti una designazione del genere poteva creare qualche problema, o del laser, lo lascio fare a loro. La Lazio, comunque, si è comportata da grande squadra. Noi potevamo raddoppiare prima dell'intervallo, poi l'espulsione di Kjaer ha cambiato tutto. Ci siamo ritrovati in 10 contro 11 e mentalmente e tatticamente è iniziata una partita completamente diversa». Molto simile il punto di vista di Bojan: «Nel primo tempo abbiamo dominato, nella ripresa siamo rimasti in dieci e per la Lazio è stato tutto più facile». Le uscite dall'Olimpico di Rosi, in stampelle col tutore alla caviglia sinistra, e di Heinze, zoppicante per una contusione alla caviglia sinistra, sono il finale di una serataccia da dimenticare. Gli esami di oggi diranno se tra le conseguenze di un derby così ci saranno degli altri infortuni da aggiungere a quello di Totti (out per il Palermo).

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