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La Spagna sulla strada dell'Italia

Il ct della Nazionale italiana di calcio Cesare Prandelli

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Un passo alla volta. Euro2012 è ancora lontano, ma per ora Cesare Prandelli è pienamente soddisfatto della sua Italia. Il pareggio di Belgrado ha confermato pregi e difetti della nuova nazionale: tanto possesso palla e pochi tiri in porta, caratteristiche insolite nella prestigiosa storia azzurra. «In Serbia mi interessava verificare i progressi della squadra - ha spiegato il ct - e la prestazione mi è piaciuta, abbiamo giocato con personalità, muovendo bene la palla e gestendo al meglio le pressioni ambientali. Certo dobbiamo ancora migliorare: per questo preferirei ricevere qualche critica, invece sento troppi elogi». Prandelli sorride, forse un po' scherza, ma conosce appieno i limiti dell'Italia. «Secondo Stankovic diventeremo presto una delle tre nazionali più forti al mondo? Spero non si sbagli - ha dichiarato il tecnico azzurro - per ora Spagna, Germania e Olanda (sempre vittoriose nelle qualificazioni, ndr) sono le squadre più accreditate, ma l'Europeo riserva tante sorprese. Noi dobbiamo fare un passo alla volta, e l'entusiasmo teniamolo per la prossima estate». Di sicuro, il nuovo progetto Italia è interessante. «Quando sono arrivato - ha confessato Prandelli - ho chiesto di stupire tutti con un gioco bello e innovativo. I veterani hanno subito imboccato la nuova strada e fanno piacere i complimenti di Buffon: se uno come lui sostiene di non aver mai visto una nazionale così bella, vuol dire che stiamo facendo bene». Il segreto di Prandelli sta nel centrocampo: nessuno, prima di lui, aveva osato rinunciare all'incontrista classico per mettere in campo quattro mediani dai piedi buoni. «Fino allo scorso anno diverse formazioni cercavano la giocata estemporanea mentre ora noto un ritorno al concetto di squadra. Io apripista? Non lo so, certo abbiamo sperimentato cose nuove: non avendo un trequartista classico, ad esempio, ho chiesto ai centrocampisti di ruotare nel ruolo e dividersi le responsabilità». Prandelli è molto soddisfatto dei progressi dei singoli, soprattutto di Marchisio («Non sono per nulla intimorito dal paragone con Tardelli», ha confessato il bianconero). «Claudio ha capacità di corsa e sente l'aria di rigore - ha dichiarato il ct - ma anche Montolivo ha fatto bene, aprendo spazi per gli inserimenti. E la coppia Cassano-Rossi ha mostrato una buona intesa. Magari darò spazio a Giovinco come seconda punta, ma per ora non cambio modulo. Se poi il campionato proporrà cose nuove, e penso alle ali, valuterò eventuali esperimenti». Una cosa, però, è certa: l'Italia è solida in difesa, ma non riesce a trasformare il possesso palla in occasioni da gol. «Dobbiamo concludere meglio - ammette il ct - la mole di gioco creata ma non voglio inserire un centravanti per cercare la palla alta. Proverò nuovi attaccanti come Osvaldo, che stava entrando già a Belgrado. La Lega Nord critica gli oriundi invece di pensare ai problemi dell'Italia? Di questi tempi non mi sorprende». La strada verso Euro2012, insomma, è ancora lunga. Intanto bisogna chiudere bene il girone di qualificazione: martedì a Pescara arriva l'Irlanda del Nord. Nei prossimi mesi, poi, Prandelli potrà testare i progressi dell'Italia nelle amichevoli (a cominciare dal doppio impegno di novembre contro Polonia e Uruguay, a fine febbraio c'è l'Olanda) guardando con interesse al sorteggio della fase finale, in programma il 2 dicembre a Kiev. Mancano ancora gli ultimi verdetti importanti - alla Francia basta un pareggio con la Bosnia - ma l'Italia è ormai certa di far parte della seconda fascia di merito: eviteremo Germania e Inghilterra, ma rischiamo di pescare un girone di ferro con Spagna, Russia e Francia. Forse, però, non sarebbe un male: i sorteggi fortunati non ci hanno mai portato bene. E la nuova Italia di Prandelli ha un grande bisogno di risposte importanti.

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