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Rispolverati

Gli allenatori di Inter e Roma, Gian Piero Gasperini e Luis Enrique

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Una ventata di novità, spazio al giovane che avanza ma anche un ritorno al passato e un riutilizzo del "vecchio" che avanza: nel senso di quei giocatori che a inizio stagione la Roma aveva provato a mettere sul mercato o non aveva comunque inserito nel gruppo "guida" di Luis Enrique. Invece il giovane tecnico asturiano ha sorpreso anche sotto questo aspetto "riciclando", come un perfetto kers, l'energia cinetica che la Roma aveva già in casa. A San Siro in molti si sono stropicciati gli occhi quando sul tabellone luminoso è apparsa la formazione della Roma che vedeva tra i titolari tre pezzi del passato e tutti in ruoli non loro. Se per Perrotta (uomo che aveva per altro già subito una "trasformazione" tattica con l'arrivo a Roma di Spalletti qualche era fa) Luis Enrique aveva già espresso stima in passato, mandandolo in campo da titolare contro il Cagliari ed elogiando più volte le sue qualità dinamiche, per Taddei e Pizarro è stata una vera sorpresa. Il primo trasformato da esterno alto destro a terzino sinistro (anche se nella concezione del nuovo allenatore il terzino fa tutto tranne che il terzino ed è di fatto un'ala impegnata a scorrazzare su e giù sulla fascia laterale del campo), l'altro spostato da laterale a centrocampo: in mezzo c'è De Rossi divenuto uno degli intoccabili della nuova Roma. Ne ha fatto le spese il povero Cassetti che Luis Enrique «vede» solo come difensore centrale e che quindi entrerà, semmai, nella rotazione dei difensori. Già, perché per il nuovo tecnico i giocatori si dividono in difensivi e offensivi: Cassetti fa parte della prima categoria, i terzini della seconda. Pizarro così ha scoperto la zona laterale del centrocampo, anche se più volte si è andato a mettere nel mezzo quando De Rossi tornava a chiudere, da centrale, in difesa tra Burdisso e Kjaer. Movimenti nuovi a parte, era un peccato non utilizzare, in un gioco che fa del possesso palla il suo punto di forza, un giocatore con la padronanza di palleggio di Pizarro: ora che lo ha "trasformato" sarà difficile fare a meno del cileno lì in mezzo. Ma non è finita, perché tra i "rispolverati" di Luis Enrique potrebbe rientrare a breve anche Curci. Quello del portiere è un problema atavico per la Roma che pensava di averlo risolto con Stekelenburg prima che l'irruenza e l'incoscienza di Lucio lo mandasse in ospedale. Ora a Trigoria ci sono due correnti di pensiero sul suo successore: il tecnico sembra più predisposto verso Lobont che infatti era in panchina a Milano, mentre il preparatore dei portieri Franco Tancredi vorrebbe tornare a puntare su Curci che considera "più portiere". Su di lui però pesa come un macigno la pressione che l'Olimpico trasmette da sempre a chi gioca in quel ruolo: problema ambientale che Curci già in passato ha dimostrato di soffrire. Ma la lista dei "ritrovati" si potrebbe allungare ancora, perché tra i desaparecidos che Luis Enrique ha tolto dallo scaffale impolverato di Trigoria ci sono anche Cicinho (già utilizzato da titolare sulla fascia destra) a Rosi: giocatore che aveva passato le ultime stagioni a scaldare la panchina e tornato prepotentemente in corsa per un posto da titolare sulla fascia destra. Quella per la quale a gennaio la Roma dovrà necessariamente tornare sul mercato.

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