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Caro Lotito lo mandi via

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Gentilepresidente Lotito, nella convinzione di farlo a nome di tutti i tifosi laziali con la testa sulle spalle, mi permetto di indirizzare alla sua considerazione un'accorata supplica: mandi via Reja prima che sia troppo tardi. Lo abbracci, finga di ringraziarlo per «il prezioso contributo» sin qui dato, lo blandisca con una bella liquidazione... Utilizzi, insomma, tutti gli ammortizzatori morali ed economici che lei possa ritenere doverosi, ma lo tolga da quella panchina finché c'è il tempo di raddrizzare una situazione che, se tanto mi dà tanto, potrebbe presto incancrenirsi fino a diventare terribilmente pericolosa. È infatti evidente che Reja si è autocacciato in un angolo dal quale non ha né la cultura calcistica né la capacità mentale di uscire. L'identico andamento delle tre partite «vere» sin qui disputate dimostra che il loro disastroso esito non è stato casuale ma frutto delle carenze, logiche e comportamentali, della squadra che lei, gentile presidente, lo ha lasciato libero di costruire a suo piacimento. Una squadra vecchia e boriosa, votata a far gol nel minor tempo possibile nella convinzione che poi basterà chiudersi per conservare il vantaggio senza fatica, priva di schemi e di soluzioni (e se, bene o male, a casa del Milan uno può cavarsela perché tanto a «fare la partita» devono pensarci loro, una volta impegnati all'Olimpico contro due mediocri avversari come Vasluj e Genoa, l'incapacità di far gioco inevitabilmente si paga a carissimo prezzo). Una squadra, oltretutto, di gente che probabilmente non sente l'esigenza di allenarsi con impegno, visto che dopo venti minuti-mezzora non si regge più i piedi nonostante si stia preparando ormai da due mesi e mezzo. Adesso non vorrei fare la figura del vecchio trombone che si pavoneggia a suon di «io l'avevo detto». Per cui mi limiterò a ricordarle che quanto è accaduto l'anno scorso, col crollo finale che c'è costato la Champions League e il tentativo di distruzione della carriera di Zarate (additato come fonte di tutti i mali quando era l'unico a tenere in piedi la squadra con gol e assist), era già capitato al Napoli quando era allenato dallo stesso Reja (con Lavezzi nel ruolo di Zarate). Così come identico è quanto accadde al Napoli nella stagione successiva e quanto sta succedendo alla Lazio. Non sono coincidenze. Per cui non commetta lo stesso errore di De Laurentiis, che si liberò del problema con colpevole ritardo. Perché al Napoli, al momento del bisogno, una mano gliela diedero. Mentre noi o ci salviamo da soli o in Serie B ci mandano - la mandano - senza batter ciglio.

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