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Roma, falsa partenza

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Delusione del capitano della Roma Francesco Totti

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La strada sarà lunga, tortuosa e tutta in salita. Luis Enrique e i suoi lo sapevano sin dall'inizio, anche se magari non si aspettavano di iniziare così male contro un Cagliari venuto all'Olimpico per limitare i danni e tornato in Sardegna con tre punti pesantissimi e il quinto gol ai giallorossi targato Daniele Conti: una sentenza. Vantaggio del romano, raddoppio di El Kabir e 2-1 finale siglato da De Rossi a tempo scaduto. Il problema è che alla teoria, seppur bella e poetica, bisogna poi applicare la pratica: quella che consente a una squadra di tirare in porta e vincere le partite. Per quella ci vorrà probabilmente ancora tempo, ma la sensazione dopo aver visto la gara contro il Cagliari di ieri è, nonostante il risultato, positiva: la strada imboccata sembra quella giusta.   La Roma sta crescendo, inizia a giocare un buon calcio, al quale però alterna ancora momenti di amnesia totale e dei cali fisici che hanno fatto rizzare i capelli in testa al giovane tecnico asturiano. Luis Enrique ha mostrato di aver imparato la lezione, è partito con Totti in campo e non lo ha tolto più dando seguito al responso del campo: lì davanti il capitano è stato ancora una volta il migliore. Resta sul tavolo una sconfitta pesante, la seconda della nuova gestione all'Olimpico (almeno si è scongiurato il mito che «DiBenedetto porta sfiga»: stavolta allo stadio non c'era), complice anche un buona dose di sfortuna: come il rimpallo sulla respinta di testa di José Angel che piomba dritto su Conti per il gol del vantaggio sardo.   Come sempre nella giornata di avvio ci sono cose da salvare e altre da buttare: o almeno da rivedere. Da salvare lo spirito di gruppo e un'unità d'intenti che la Roma aveva dimenticato, segno che le ultime settimane di «chiarimenti» sono servite a qualcosa. Passando ai giocatori da salvare tre dei nuovi acquisti su tutti: Pjanic a centrocampo che ha mostrato numeri per fare molto bene in futuro in questa Roma pur calando vistosamente nella ripresa. Heinze in difesa subito a suo agio, sempre pronto a salire in avanti: non fa sconti a nessuno e quando entra palla o piede spazza via tutto. E il giovane Josè Angel: migliore a paletti dei giallorossi che però, dopo l'errore sul gol, pecca di ingenuità commettendo il fallo che gli costerà il rosso (severo) e lascerà la Roma in dieci per quasi mezz'ora (assenza pesantissima in vista della sfida con l'Inter di sabato prossimo).   È lui la notizia migliore di questa nuova Roma che ha ritrovato poi un altro punto cardine: De Rossi finalmente tornato ai suoi livelli, padrone del centrocampo e spesso come terzo centrale aggiunto in difesa. Ma la sconfitta con il Cagliari ha posto soprattutto l'accento su diverse cose da rivedere. In primis l'attenzione tattica e l'intensità: probabilmente le prime cose che il tecnico rivedrà a Trigoria nelle prossime ore. Poi qualche delusione sui singoli: soprattutto sui nuovi arrivati. Bojan non ha ancora dimostrato di essere quel fenomeno che il Barça ha blindato con mille clausole: inesistente quando Luis Enrique lo ha messo a destra, un po' meglio (ma poca roba) quando è tornato a sinistra. Comunque peggiore in campo. Osvaldo? Forse non ha ancora capito di esser tornato in Italia dove il difensore ti sta francobollato addosso... altro che Spagna. Lento e macchinoso ha sbagliato ogni cosa. Così come continua a non convincere del tutto Stekelenburg. Ma siamo solo all'inizio (la Roma non perdeva in casa all'esordio dal '92 ma è il quarto anno di seguito che non vince la prima) e anche l'era Spalletti all'Olimpico si aprì con una sconfitta: poi però diventò una «stagione» fantastica. Il pubblico lo ha intuito e ieri ha salutato la squadra battendo le mani. Aspettando la sfida di sabato a San Siro contro un'Inter che ha problemi molto simili.

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