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Ora basta con le voci Giù le mani dalle romane

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Roma e Lazio, Zarate e De Rossi in contrasto

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Follow the money. Per essere credibili nel sostenere la sostanziale integrità del sistema calcio, non si deve rimettere il coperchio sopra al presunto verminaio. Al contrario, è sensato accogliere il suggerimento di Sherlock Holmes, quello che usava ripetere il povero Falcone: segui la traccia del denaro, e arriverai alla verità. L'industria pallonara in Italia fatturava, nel 2009-2010, attorno a 1,73 miliardi di euro, dei quali più della metà generati dai diritti tv.  Nella stessa stagione, informano gli studi di settore, i club si sono però indebitati per una cifra superiore ai due miliardi. Attenzione: salvo casi estremi di possibili fallimenti societari, gli unici a non dover temere per il loro reddito sono proprio i calciatori. Ora valutiamo il fatturato del giro di scommesse a livello mondiale: secondo l'Early Warning System, organismo fondato dalla Fifa per vigilare sulla correttezza delle partite, le puntate annue superano i 300 miliardi, oltre la metà dei quali generate da pronostici clandestini o illegali. Segui il denaro e ci troverai la malavita organizzata, i clan che prosperano sull'azzardo, i biscazzieri e tanti millantatori. Che garantiscono di avere contatti diretti con i calciatori, meglio se di quelli che hanno avuto problemi familiari di un certo tipo, e dunque, insomma, dai, con quello ci parlo io e aggiusto il risultato. È in questo modo che è stato buttato fango in faccia a De Rossi: un nazionale in piena attività, un campione che i tifosi giallorossi vorrebbero continuare a chiamare Capitan Futuro, ma che potrebbe non essere insensibile al trasferimento in qualche galattica squadra all'estero. Perchè a Roma - complice il suo rendimento altalenante - non si sentiva più sorretto dall'ambiente. È dunque bastato che il millantatore facesse il suo nome, e Daniele si è visto costretto a difendere la propria onorabilità con un tackle deciso, fino alla smentita del procuratore. Ma intanto il suo nome era uscito, e la calunnia era stata propalata per interminabili ore. Ve lo immaginate uno che guadagna fior di milioni che si lasci corrompere per qualche centinaia di migliaia di euro? Via, quella può esser roba per mezzi brocchi che nuotano nelle acque infestate di squali delle serie inferiori, in società legate a territori insidiosi o, al limite, per ex giocatori che non sanno come mantenere il proprio stile di vita dopo essersi tolti gli scarpini, e finiscono nelle sabbie mobili del gioco, dei soldi facili, dell'«in fondo non ammazzo nessuno se parlo con quel collega e ci mettiamo d'accordo». I demoni non azzannano i campioni, ma gira loro intorno: in miriadi di telefonate tra personaggi spregiudicati, insidiosi, melliflui. Persone di cui puoi ignorare l'esistenza, ma che ti mettono in mezzo in un amen, e ci rischi la carriera più che se fallisci un rigore ai Mondiali. E i demoni non si fermano lì: parlano di partite «sicure», «truccate», e prima che arrivi uno straccio di riscontro investigativo sui giornali finiscono i nomi delle squadre: Cagliari, Genoa, Lecce, Roma, Fiorentina. Poi ecco un'agenzia (legale) austriaca, Skysport365, che segnala flussi anomali di giocate su alcune partite del campionato appena finito, anche due della Lazio e una del Napoli. «Flussi anomali», non calciatori o tesserati che si mettono d'accordo per la combine. Intanto la diceria si allarga, la macchia di melma diventa difficile da pulire, il sospetto si fa pesante, le rotative girano, le società quotate in Borsa ne dovranno render conto agli azionisti, e quelle alle prese con complesse transizioni proprietarie rischiano l'impasse. Giù le mani dalla Roma, allora. E basta chiacchiere sulla Lazio. Se ci sono prove escano fuori prima delle indiscrezioni. Prima di questo gioco al massacro. Segui il denaro e ci troverai la camorra, certo. Ci troverai loschi figuri che riescono a minacciare qualche giocatore, o a metterlo in mezzo con metodi di una semplicità disarmante. Guardate Balotelli: è andato a Scampia - dice lui - attratto dal fascino di "Gomorra", come se avesse deciso di fare improvvisamente sfoggio delle sue inclinazioni intellettuali. Per "capire" Saviano si è fatto accompagnare da due boss, in una spedizione più rischiosa di quelle all'Hollywood. «Sono stato ingenuo», si giustifica. Ecco, per difendere il calcio in modo credibile occorre seguire la pista del denaro. Poi operare dei distinguo. E, alla fine, invitare i divi del pallone a comportamenti specchiati. Certi autogol potrebbero rivelarsi irrimediabili.

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