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Il Diavolo non è disposto a fare regali

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Nonsi aspettano regali, in questo ennesimo spezzatino che ancora una volta sarà chiuso dalla Juventus, scaramanticamente entusiasta del suo secondo «monday night» consecutivo. La Befana, che non vanta l'estetica di una ospite del bunga-bunga, ma che sa comunque regalare sorrisi ai bimbi meno smaliziati, riceve invocazioni soprattutto dalla Roma, stasera, e dalla Sampdoria nel derby di domani sera. Poco disposte a salire a cavallo della scopa, per altro, le altre dirette interessate. Superfluo sottolineare come l'atmosfera di un derby sia più che sufficiente per restituire al Genoa, con pesanti interessi, le motivazioni attenuate dai modesti riflessi sulla classifica. Ma ancora più accentuata sarà la carica agonistica che sosterrà all'Olimpico la capolista, nessuno potrà sperare nell'affettuosa condiscendenza di sessant'anni fa, quella che non servì tuttavia a evitare la retrocessione dei giallorossi. Già è significativo che Allegri abbia deciso di portare con sé la rosa al gran completo, e pazienza se in tribuna finiranno anche nomi illustri. Se questo non è un annuncio di celebrazione, non so che cosa avrebbe potuto ufficializzare meglio la conquista. Dunque, le residue chances di centrare l'obiettivo del quarto posto, che modificherebbe sensibilmente il non esaltante bilancio stagionale, la Roma dovrà affidarle esclusivamente alle sue risorse, che non sono straordinarie, e alle sue motivazioni, queste sì di altissimo livello. Se non dovessero bastare, come la logica suggerisce al di là di un singolare andamento di scommesse che la vorrebbero favorita, anche un pari potrebbe avere aspetti incoraggianti, dopo che i risultati del turno precedente avevano almeno cancellato quella che era una condizione-capestro, l'obbligo del pieno di vittorie. Chiaro che la Roma deve sperare anche in un pari tra Lazio e Udinese, limitando il distacco a un punto con il vantaggio su entrambe nei confronti diretti. Riesce invece difficile pensare che ne possa trarre vantaggi decisivi la Juve, almeno nella versione deprimente del furtarello in casa laziale. Montella non ha svelato le sue scelte, condizionate anche dalle squalifiche a lungo termine, ha parlato ancora di Borriello, però non si nasconde le comuni perplessità su una convivenza con il capitano. A meno di modificare quel modulo che ha, se non altro, alimentato speranze filiformi. Ne varrebbe la pena?

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