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Sarà volata a due

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Endo Botti

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Fu l'unico per 111 anni, poi venne Endo Botti. Nel 1896, Albert Rook (quarto figlio dell'anglo-pisano Thomas Rook) vinse il 13° Derby in sella a Goldoni, cavallo allenato dal padre. Nel 2007 è stato Edmondo (nome del nonno, il primo trainer della dinastia, domani gli è dedicata un Premio a Capannelle) detto Endo a centrare il Nastro Azzurro numero 124 con Awelmarduk, preparato dal genitore Giuseppe: «Avevamo una quotazione quasi da brocchi, 3.54 a 1, e ci fu molta andatura. Quando in dirittura iniziammo la nostra progressione all'esterno, vidi i cavalli davanti che ormai stanchi mi venivano incontro. A 100 metri dal palo, mentre mi rendevo conto che avremmo vinto, sentii le gambe vuote». Quel successo arrivò in un momento difficile per Endo Botti (allora 35 anni di età, 20 di carriera e, nonostante l'1.73 di altezza, 1.400 corse vinte e due scudetti tricolori), aveva perso le monte con la Siba e pensava di abbandonare il frustino. «La vittoria nel Derby sbloccò il periodo nero ma l'anno dopo attaccai la sella al chiodo e dal 2009 sono allenatore con centro a Pisa». Stessa scuderia (EffeVi dell'assicuratore milanese Felice Villa) e stessa mamma di Awelmarduk (Claba Di San Jore) gli capitò subito fra le mani un cavallo da Nastro Azzurro, Jakkalberry: «Con lui forzai i tempi, era imbattuto ma con sole due corse nelle gambe. Pagai lo scotto. Con il palo ormai lì, il fantino alzò bruscamente il frustino a sinistra, Jakkalberry inesperto si buttò sullo steccato, la strusciata lo frenò. Per me fu una doccia fredda, per lui il terzo posto dietro Mastery». Domani «Jakka» correrà il Premio D'Alessio e un altro rampollo di Claba Di San Jore il Derby, sempre giubba EffeVi: «Crackerjack King allenato da mio cugino Stefano, pure lui senza sconfitte, lo vedo bene assieme a Figli Fanesi, della Incolinx. Reputo chiuso (dalla linea di Cazals che lo ha battuto) Eksin, preparato dall'altro mio cugino Marco. Ma se lo sposta dall'Inghilterra dove l'allena vuol dire che è in progressione. Sneak A Peek è il portacolori della nostra famiglia - i Dioscuri, mio padre Giuseppe e mio zio Alduino - un favorito obbligato perciò. Anche perché ha vinto il preparatorio Premio Filiberto, dove secondo è stato Lake Drop, che mi piace ma credo troppo verde».

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