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Ma intanto lasciamo sereno Montella

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Mancavail tedesco, crucco per definizione, e poi ci stavano proprio tutti. Sembra l'attacco di una vecchia barzelletta che forse non fa più nemmeno ridere, ma che comunque ha tenuto banco per anni. È invece il futuro della Roma, o almeno potrebbe esserlo perché dopo l'arrivo degli americani, che hanno dovuto scalare la cima della credibilità intaccata nel corso degli anni da russi, arabi, sauditi e addirittura cinesi, anche la panchina del club giallorosso potrebbe finire in mani straniere. Dopo la chiusura di Ancelotti, molto poco gradita dalla nuova dirigenza giallorossa (ma anche dalla piazza che non si aspettava un dietrofront così evidente dopo le «belle parole» del passato), o comunque dopo il «no» di facciata dell'ex romanista, le carte si sono rimescolate e il nome del nuovo tecnico giallorosso è sempre più un mistero: in molti si erano avventurati sull'onda dell'entusiasmo alzata dalla nome di Villas Boas... sbagliando! È il vero e unico nodo da sciogliere per poter poi iniziare a lavorare sul serio sulla Roma del futuro. Senza sapere chi sarà il nuovo allenatore della Roma resta difficile immaginare anche come verrà strutturata la squadra del prossimo anno. Bisognerà quindi aspettare ancora, almeno fino all'ufficialità delle firme e dei contratti (il nuovo ds Walter Sabatini sarà operativo a partire dal prossimo primo luglio), per poter avere certezze e libertà di manovra. Per poter quindi fare quello che tutti i club di livello fanno ormai da qualche mese: programmare la prossima stagione. Ma intanto c'è da chiudere quella ancora in corso, c'è da dare garanzia al presente e chiedere il meglio alla Roma che domani sera affronterà il Milan all'Olimpico: la Roma di Vincenzo Montella. Non che finora l'aeroplanino planato in panchina dopo l'addio di Ranieri abbia inventato chissà cosa, ma ha avuto comunque il coraggio e la capacità di mettere la Roma nell'unico modo in cui si può mettere. Questa Roma, pensata e disegnata da Spalletti, può giocare solo in quel modo e una volta tornati all'antico, con Totti unica punta (complice anche il grande momento del capitano), gli automatismi sono tornati a girare e la squadra si è ritrovata. Nessun miracolo, solo concreta applicazione di quanto «questa» squadra ha mostrato negli ultimi anni di «poter» e «saper» fare. Se la Roma giocherà queste ultime tre partite come sa, c'è una possibilità (seppur piccola) che anche il prossimo anno possa accedere, seppur dalla porta di servizio, alle lussuose stanze dell'Europa che conta. E non sarebbe poco... A quel punto il discorso in chiave Montella, inevitabilmente, potrebbe anche cambiare... del tutto!

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