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Quanti incroci pericolosi con gli svedesi

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Unparticolare da sottolineare perché, a parte il duello nel regno dei gol con Francesco Totti, la storia dei confronti tra i giallorossi e i rossoneri narra di singolari incroci. Ricorrenti gli episodi arbitrali che in passato avevano puntualmente penalizzato la Roma, ma la legge della sudditanza era considerata quasi con sufficienza, nessuno era in grado di dichiarare guerra, politicamente, alle grandi potenze del Nord. Ma la curiosità riguarda l'anno più amaro della storia giallorossa, quello dell'unica discesa in serie B, al termine del campionato 1950-51. Nella stagione precedente, la salvezza era stata molto sofferta: e c'era voluta la collaborazione dell'arbitro Pera, rigore regalato contro il Novara e realizzato da Arangelovich, l'ingegnere jugoslavo pescato al campo profughi, per evitare il baratro. Ma successivamente, dopo che sulla panchina si erano alternati Baloncieri, Serantoni e Masetti, la caduta fu inevitabile. Tanto più dolorosa in quanto, dopo che al Mondiale brasiliano gli Azzurri erano stati presi a pallate dalla Svezia, nel calcio italiano ci fu una corsa allo svedese. E se il Milan aveva blindato presente e futuro con il Gre-No-Li, in maglia giallorossa approdarono Sundquist detto «pagnottella», Andersson e Knut Nordhal, il fratello scarso di Gunnar. All'ultima giornata di campionato il Milan scese a Roma con lo scudetto già in tasca, la solidarietà tra svedesi si manifestò in termini perfino imbarazzanti, gli attaccanti milanisti impegnati allo spasimo a sprecare palle-gol a valanga. Un gol di Tre Re e un'autorete di Tognon regalarano due punti, per altro non sufficienti a evitare la discesa in seconda divisione. Tempi lontani, purtroppo, non sarà certamente una squadra in vena di regali quella che all'Olimpico vorrà cucirsi in anticipo sulle maglie il tricolore. Forse un punto potrebbe gratificarla e non è detto che la Roma non possa adeguarsi, una volta che i risultati recenti hanno abbassato la soglia relativa all'ingresso in Europa: quella vera, non la prospettiva terrificante per ora delineata dalla classifica. E dunque siamo tornati al duello italo-svedese che aveva caratterizzato eventi remoti del tempo, ma che i tifosi meno giovani non hanno dimenticato. Confronto tra due assi dalle propensioni differenti e da un divergente cammino tra la prima parte della stagione e quella conclusiva. Zlatan ha lasciato un'impronta pesante con i suoi gol, ma anche, e forse soprattutto, con i suoi assist, Francesco si è visto relegare ai margini, mentre Ranieri ci infliggeva la tortura di Adriano in campo. Quando si è ripreso il suo posto, nel modulo che Vincenzino Montella ha saggiamente mutuato da Luciano Spalletti, il capitano ha ripreso a collezionare record, e le cifre avrebbero potuto essere più significative se avesse potuto sfruttare le occasioni che la sua assenza aveva regalato a Borriello. Difficile stabilire chi dei due sarà il protagonista autentico, sabato sera, Ibra ha già fatto scherzi ecclesiastici alla Roma con altre maglie, Francesco la maglia non l'ha mai cambiata, ma anche il Milan ha portato spesso i segni delle sue zanne.

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