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Enormi e giustificati rimpianti biancocelesti

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Un'Olimpicopieno per la serata più amara per la Lazio. Non basta un gran primo tempo, una ripresa meno brillante nella quale però Floccari avrebbe avuto diritto un rigore, inferiorità numerica negli ultimi 10' per il rosso a Ledesma, senza che la Juve riuscisse a sollevarsi dalla sua avvilente dimensione di provinciale in barricata. E arriva anche la beffa, il gol di Pepe che riapre del tutto i giochi per la Champions, adesso un solo punto da gestire su Roma e Udinese. Ma molti, e giustificati, enormi rimpianti. Nell'ottica romanista, il risultato più catastrofico di questo lungo week-end calcistico è stato indubbiamente quello determinato dalla doppietta di Pazzini a Cesena. in pieno recupero. Utile sarebbe stato, per tenere vivi i sogni di un posto in Champions, ospitare all'Olimpico un Milan già gratificato da celebrazioni anticipate, altro sarà affrontare una squadra che ancora di un punto ha necessità per ratificare il trionfo. Certo, la capolista avrà ancora a disposizione, dopo la trasferta di Roma, altre due giornate per centrare un facile obiettivo, però non sarà disposta a posticipare l'evento. Dunque sarebbe folle aspettarsi regali da Allegri e dalla sua armata, che tra l'altro la Roma dovrà affrontare senza De Rossi e Perrotta: vittime il primo di uno di quegli attimi di vacanza mentale che già in più di un'occasione lo hanno penalizzato, l'altro di una leggerezza che avrebbe meritato maggiore comprensione. Resta un dato non equivocabile: la Roma di Bari ha offerto una deprimente immagine di sé, con più di un interprete perfino imbarazzante e una difesa messa in crisi da attaccanti improponibili. La buona sorte è tornata a splendere come era accaduto nella stagione scorsa, unico dato incoraggiante, insieme con il record di Totti, della serata del San Nicola. L'arbitro, lo stesso del tremendo pomeriggio di Brescia, si è concesso più di una licenza poetica, ma non sarebbe giusto affermare che abbia diretto a senso unico. Severo il rigore per la tirata di maglia a Borriello, ma il mani in area barese nel primo tempo avrebbe potuto indirizzare, se punito, la partita su binari più agevoli perfino per la Roma svagata e distratta, atteggiamento da squadra che nulla avesse più da chiedere alla classifica. Raggio di sole, nel grigio della prestazione, la doppietta che ha spedito Francesco Totti al quinto posto tra i cannonieri all-time, per altro l'unico giocatore che i suoi 206 gol li ha segnati tutti con la stessa maglia, nell'arco di diciotto anni. Vengono i brividi a pensare a quando il capitano era stato relegato in panchina nel tentativo di legittimare la solenne porcata perpetrata con l'arrivo di Adriano. Un aiuto alle romane da parte della Fiorentina, quattro gol di ex giallorossi con le doppiette di D'Agostino e Cerci, certo che la flessione dell'Udinese non può essere giustificata soltanto con le assenze, per significative che fossero. Per chiudere, in riferimento a quanto è accaduto al Cagliari e al Bologna, un doveroso elogio merita il Bari, che avrebbe dovuto essere la squadra meno motivata e invece ha fatto vedere le streghe alla Roma. Prima che il miracolo, già decisivo a Udine, si ripetesse col più comico dei gol.

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