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Nel segno di Messi

Messi esulta dopo il gol

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A volte una sola giocata vale l'intero prezzo del biglietto: Lionel Messi stende il Real Madrid con una doppietta e mette l'ipoteca sulla finale di Wembley. Sarebbe dovuta essere la partita delle stelle, e una stella l'ha decisa. Ma lo spettacolo è stato mediocre, con una mezza rissa da saloon, simulazioni da terza categoria, tanto nervosismo e poche emozioni. Una squadra catenacciara (il Real), una propositiva (il Barcellona), e un arbitro scarso che, espellendo Pepe al 60', ha cambiato irreparabilmente gli equilibri della partita. La semifinale di andata della Champions League va al Barcellona, che vince a Madrid grazie a una doppietta del solito Messi (undicesimo gol in Champions League in 12 partite). Guardiola è costretto a rinunciare al suo miglior giocatore: Iniesta, sostituito da Keita. In difesa con Piquè c'è Mascherano. Mourinho sacrifica Pepe sulla mediana: la mossa è tanto azzardata quanto efficace: Pepe morde i garretti di Messi che non riesce a trovare spazi, né a innescare la manovra offensiva blaugrana almeno fin quando l'avversario resta in campo. Il Barcellona tesse la tela, il Real rinuncia a giocare, aspettando gli avversari nella propria metà campo nel tentativo di ripartire in velocità. Il primo squillo è di Xavi che ci prova dal limite con un destro al volo ben bloccato da Casillas. Poi è Villa con un sinistro a girare che esce di un soffio. Dall'altra parte, il nulla assoluto. Mourinho sceglie il non-calcio, tanto che Ronaldo, sfibrato dal pressing solitario, invita i suoi ad avanzare il baricentro in maniera stizzita. Ma la manovra della casa Real resta noiosamente statica. Lo spartito è monotono, il primo tempo scivola via senza sussulti se non fosse per un destro in corsa del solito Xavi (24') - ben imbeccato da Messi - respinto con i piedi dal reattivo Casillas. Prima dell'intervallo Ronaldo non sfrutta un paio di punizioni da posizione defilata, poi - nel recupero - il portoghese prova a soprendere Valdes con un destro dal limite che crea non pochi problemi all'estremo difensore catalano. Mourinho prova a cambiare le carte in tavola inserendo all'inizio della ripresa Adebayor al posto di un evanescente Ozil. Ma è il Barcellona a creare la prima occasione con Messi che si vede respingere da Sergio Ramos un sinistro dal limite dopo un ottimo assist di Pedro. Ronaldo si infila tra Piqué e Puyol, ma il suo sinistro viene respinto dal capitano avversario. Il Real prende coraggio e guadagna metri, il Barcellona sfrutta gli spazi. Messi parte palla al piede e viene steso da Sergio Ramos che - ammonito - salterà con Pepe la sfida di ritorno in programma martedì prossimo al Nou Camp. Pepe interviene a gamba tesa su Dani Alves, l'arbitro gli mostra il cartellino rosso spostando gli equilibri della partita: sanzione eccessiva. Mourinho applaude e viene allontanato. Il Santiago Bernabeu diventa una polveriera. Il Barcellona spinge: al 67' Villa calcia di destro, Casillas respinge, e Pedro a porta vuota di testa mette fuori. Guardiola lo sostituisce con Afellay e fa la mossa giusta: il neo entrato al primo affondo offre un pallone invitante a Messi che l'argentino, anticipando Sergio Ramos, gira in porta. Real zero, Barcellona uno. Poi la magia di Messi, a tre minuti dal termine: l'argentino prende palla, salta tutta la difesa del Real, e mette dentro con un morbido tocco di destro.

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