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Vucinic sparito

Vucinic (Foto Gmt)

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Fischi e fiaschi. La crisi del quinto anno dice che la coppia sta per scoppiare. Forse è già scoppiata e attende solo il tempo necessario per avviare le pratiche per il divorzio oppure può ancora giocarsi una chance, lunga sei partite (che diventerebbero sette in caso di miracolo a Milano e di niente prova televisiva per una gomitata malandrina rifilata a Lucio), per rimettere a posto i cocci e vedere se la storia può continuare. Il momento, per il rapporto tra Mirko Vucinic e la Roma, è critico. Fischi, critiche, mugugni, un campionario di gol sbagliati che farebbe invidia al mitologico Egidio Calloni, accuse, bronci e voglia di cambiare aria. Dalle stelle alle stalle nel giro di un anno: dal 18 aprile 2010 al 19 aprile 2011. 366 giorni sono bastati e avanzati a capovolgere la situazione: da Vucinic eroe popolare nell'immaginario collettivo giallorosso per la doppietta che consegnò alla Roma di Ranieri un derby che poteva voler dire scudetto al Vucinic accusato di non impegnarsi e reo di sbagliare un gol più clamoroso dell'altro di questi giorni. Che cosa è successo? I primi campanelli d'allarme che il rapporto tra il montenegrino e la Roma non fossero più stabili hanno incominciato a suonare a gennaio. Un litigio con Ranieri, durante un allenamento, fu la miccia che fece esplodere la rabbia di Vucinic: richiesta di essere ceduto all'istante, risposta piccata da parte della Roma. La speranza era che il tempo potesse metterci una pezza. Le premesse, in fondo, c'erano tutte: Ranieri non più sulla panchina della Roma, un posto da titolare praticamente assicurato, una nuova società in arrivo con un futuro presidente dichiaratamente innamorato di Mirko e due futuri dirigenti contentissimi di trovarselo in squadra. Insomma, i margini per la riconciliazione, dopo la sbandata invernale, c'erano tutti. Le cose, invece, sono peggiorate: il gol a porta vuota fallito con il Palermo (non compensato da quello del 2-3), un'altra cilecca in Roma-Inter, errori, incomprensioni e i bisbigli di disapprovazione dell'Olimpico che si sono trasformati in fischi, insulti e pernacchie. La sfiducia votata dalla maggioranza dei tifosi dovrebbe fare pari e patta con la fiducia rinnovata pubblicamente, anche dopo Roma-Inter, da Montella e De Rossi. Anche se tre giorni prima, dopo Roma-Palermo, i rimproveri, abbastanza articolati, erano arrivati direttamente da alcuni senatori dello spogliatoio. La separazione, allo stato attuale delle cose, sembra la soluzione più ovvia: Vucinic vuole ancora cambiare aria, le opportunità (Inter, Juve e tre top team inglesi) non gli mancano e il feeling con Roma e la Roma è ormai rotto. A meno di miracoli di fine stagione.

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