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Imperativo provare a vincere

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Aperturacon l'Inter nel pomeriggio, con il Chievo al Meazza, per lenire le sanguinose ferite aperte dagli incursori tedeschi, subito dopo riflettori sul Friuli per la visita della Roma. «Brunch» riservato alla Juventus che proprio a spese dei romanisti ha ripreso vigore, la chiusura dedicata alla capolista al Franchi di Firenze. Però anche il pomeriggio della domenica, abitualmente avvilito dallo spezzatino televisivo, avrà il suo risalto: per la presenza del Napoli, in trasferta a Bologna senza il matador Cavani (e senza l'amico Banti), e della Lazio, ancora avvelenata per i torti sofferti al San Paolo. Reja ospiterà all'Olimpico il Parma, affidato a Franco Colomba dopo l'addio a Marino, forse il meno colpevole di un campionato lontano dalle attese della vigilia. Per la Roma, inevitabile stavolta l'abusata espressione «ultima spiaggia» per la trasferta sul campo dell'Udinese, chiamata a sua volta a chiarire se il crollo di Lecce sia stato frutto di una vacanza mentale, oppure se la frenetica rincorsa abbia prodotto fiato corto e gambe meno reattive. Vincenzo Montella non ha alternative, un pari sarebbe anche un risultato onorevole, però lascerebbe inalterato quel distacco di sei punti che attualmente rende quasi chimerico l'approdo alla Champions League. Prima di rassegnarsi alla mediocrità di una stagione tormentata, la Roma ha dunque l'imperativo di provare a vincerla, questa sfida suggestiva, soltanto i tre punti manterrebbero vive le speranze di ritagliarsi uno spazio nel quartetto destinato all'Europa maggiore. Dunque sono vietati i calcoli: l'Udinese, che può ancora gestire due punti di vantaggio sulla Lazio, ha due risultati su tre dalla sua parte, dunque sarà in condizione di gestire tatticamente la partita secondo le sue propensioni. Ha condotto il suo splendido campionato conquistando risultati prestigiosi ogni volta che le sono stati offerti spazi nei quali lanciare le frecce dell'attacco. Guidolin non ha vissuto però una vigilia tranquilla, già costretto a fare a meno di Inler, faro del centrocampo, rischia di perdere anche Sanchez, convocato ma in forse per un problema muscolare, e perfino Di Natale, che ha saltato l'ultimo allenamento, infine qualche guaio lamenta anche Isla, caviglia malandata. Montella spera logicamente che l'Udinese sia costretta a qualche rinuncia importante, per alimentare le sue aspirazioni di vittoria. Per poco attendibili che siano le battute della vigilia, l'orientamento sembra chiaro, Borriello destinato alla panchina, per l'ennesima volta nella nuova gestione tecnica. Del resto la condizione finalmente ottimale di Francesco Totti induce il giovane tecnico, che non perde la speranza di vedersi confermato dalla dirigenza americana, a privilegiare ancora il modulo caro a Spalletti, il capitano prima punta di riferimento, Vucinic largo a sinistra. A centrocampo De Rossi e Pizarro centrali ma con due novità: Rosi a destra, Brighi incursore. Non figura nell'elenco dei convocati Jeremy Menez, che ha puntualmente deluso nelle occasioni che Montella gli aveva concesso. Probabilmente, è stato proprio egli stesso a chiamarsi fuori, rompendo una relazione insostenibile, mai sbocciata veramente in idillio.

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