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Strategia sbagliata

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Stradain salita per la Ferrari dopo appena una gara. «Dobbiamo capire come mai non siamo andati come pensavamo di andare. Questo è il lavoro da fare a casa. Abbiamo ottenuto dei punti importanti per la classifica ed è già positivo visto l'andamento del fine settimana». Disarmante, come la vittoria di Vettel, il commento del capo della Ges Ferrari, Stefano Domenicali, al termine del Gp d'apertura della stagione di F1. L'ingegnere Pat Fry aggiunge: «Non c'è dubbio, abbiamo molta strada da fare. La 150ª Italia non si è dimostrata competitiva come avremmo voluto, tanto in corsa quanto in qualifica Red Bull e McLaren sono state più veloci. Giusta la strategia di Fernando, forse abbiamo commesso un errore nel finale con Felipe che gli può essere costato una posizione. Ora dobbiamo rimboccarci tutti le maniche e presentarci in Malesia in una condizione diversa». Si recrimina in casa del Cavallino. Gli uomini in rosso non hanno capito ciò che a Adrian Newey, il progettista della Red Bull, è chiaro da sempre: il segreto del successo sta nel carico aerodinamico non nelle diavolerie appena introdotte (kers e ala posteriore mobile). Ad Alonso il ruolo del figurante non piace e lo dice chiaro e tondo: «Potevamo arrivare solo terzi non di più. La RB7 ci poteva doppiare con la velocità mostrata nel giro secco ma in gara non è successo. C'è tanto da fare per il prossimo Gran premio ma è ancora troppo presto per fare pronostici». Poi prova a stemperare il clima di delusione: «Qui all'Albert Park sembra che abbia fatto l'abbonamento al quarto posto, è la terza volta in quattro anni che finisco in questa posizione. Finire dietro a Petrov come ad Abu Dhabi è stata una casualità. Sono più soddisfatto di aver tenuto dietro Webber, avversario più verosimile nella lotta per il titolo rispetto al russo». La posizione in griglia, inutile negarlo, è stato un handicap e lo spagnolo lo riconosce: «In Malesia, per ritrovare le posizioni di vertice, dobbiamo migliorare sul giro veloce in qualifica». Se pensa all'andatura in gara, il suo umore migliora: «In pista abbiamo cambiato passo. Buona la partenza, poi c'è stata confusione con Button e Petrov che hanno rischiato moltissimo ma in realtà non è cambiato molto. E la strategia era ottima, una sosta in più era necessaria per recuperare». All'opposto Massa, sia in gara, sia nelle dichiarazioni, boccia il muretto: «La strategia non ha aiutato, doveva essere diversa, anche la gara doveva essere un'altra cosa. Il buon inizio (da nono a quinto) non è stato sufficiente. Ho montato le dure per restare a lungo in pista ma si consumavano moltissimo e praticamente mi hanno distrutto la performance. Speriamo che cambi qualcosa in Malesia». Entrambi i piloti hanno apprezzato l'ala mobile sottolineando che il vantaggio dipenderà dalla tipologia dei circuiti. A Melbourne l'unico vero sorpasso ottenuto grazie al nuovo dispositivo è stato quello di Button su Massa al 47° giro. Gia. Ori.

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