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Il bilancio è positivo Fiducia al ct

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Finitoil Sei Nazioni è tempo di bilanci. Messa da parte la delusione dell'ultima sconfitta con la Scozia, frutto soprattutto di errori tecnici, l'edizione 2011 del Torneo ha messo in mostra l'Italia che interpreta il miglior rugby di sempre. Al di là dei risultati - e questo è uno sforzo culturale che il rugby italiano richiede soprattutto ai nuovi appassionati - la qualità complessiva delle prestazioni offerte, al netto dell'episodico disastro di Londra, è di assoluto livello. Facile riferirsi alla storica vittoria sulla Francia o a quello solo sfiorata con l'Irlanda. A nostro avviso, il match contro il Galles, perduto 16-24, è quello in cui la squadra ha mostrato la sua faccia migliore per personalità e voglia di giocare. Perfino contro la Scozia la squadra ha costruito gioco. Questo è il progresso più importante, insieme con l'avvento di giocatori come Gori (troppo presto infortunato) e Semenzato che per ruolo, valore ed età risulteranno determinanti nella crescita definitiva di una squadra che fa innamorare la gente. Mallett, messo improvvidamente in discussione prima del Torneo, non solo deve restare fino al mondiale di settembre ma gli andrebbe rinnovato il contratto per continuare un ciclo che è lontano dalla conclusione. Interrompere questo sviluppo sarebbe un delitto, piuttosto devono essere registrate le scelte politiche federali in grado di armonizzare il lavoro della Nazionale con quello delle due squadre in Celtic League per permettere al coach sudafricano di lavorare nelle migliori condizioni.

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