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Armi e botte per far firmare i contratti

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Adaccusare il club «cosacco» Fc Kuban è il sindacato mondiale dei calciatori. «Nikola Nikezic e Sreten Sretenovic sono stati minacciati violentemente con metodi criminali dal loro club e costretti a firmare una finta rescissione consensuale», denuncia la FifPro. Secca la replica della società di Krasnodar: «Tutte bugie, andremo fino in fondo a difesa del nostro buon nome». Le accuse sono corredate dalle testimonianze dei due calciatori e dalle foto dei segni delle percosse. «Per 20 minuti due energumeni con la pistola a tracolla mi hanno picchiato - dice Nikezic - e minacciato di rispedirmi a casa su una sedia a rotelle. Dopo avermi costretto a firmare, mi hanno detto che se non fossi rimasto in silenzio avrebbe corso rischi anche la mia famiglia». Il Kuban è la squadra di Krasnodar, città di 640 mila abitanti sul fiume Kuba, nella Russia ciscaucasica. Il presidente è Alexander Tkaghyov, governatore della regione e per due volte deputato della Duma, accusato di politiche xenofobe nei confronti degli immigrati. La Russia è la nuova frontiera del calcio, a detta della Fifa che le ha assegnato i mondiali 2018. Ma sul suo calcio pesano sospetti di legami con le organizzazioni mafiose, come dimostra l'omicidio di Yuri Tishkov, ex giocatore alla guida di una società di procuratori, freddato da sicari sul portone di casa a inizio anno, a Mosca.

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