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Il fascino indiscreto di una sfida storica

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Trale due tifoserie era nato perfino un gemellaggio, prima che i rapporti si incrinassero fino alla reciproca intolleranza, la rivalità sportiva degenerata, ogni sfida trasformata in una sorta di guerra civile. Negli Anni Ottanta, Dino Viola aveva tentato una sorta di santa alleanza con Corrado Ferlaino, arenatasi di fronte alle incertezze del patron del Napoli, timoroso di fare uno sgarbo a quel potere che il Nord deteneva saldamente. Anche qualche affaruccio, tipo la cessione a due soldi di Marangon, fresco di impiego in Nazionale, accolto da Viola a braccia aperte e da Liedholm a denti stretti, per l'eccessiva vivacità del difensore: e non in campo. Alti e bassi degli azzurri, due storici scudetti in bacheca ma anche qualche scivolone con sofferte stagioni di Serie B, e sarebbe andata anche peggio con il fallimento e la ripartenza dalle zone meno nobili del calcio nazionale. Prima che l'era Maradona spostasse decisamente gli equilibri in direzione del Vesuvio, la Roma aveva vissuto due straordinari momenti di questa sorta di derby, con il 5-2 del 1983 e il 5-1 della stagione successiva, sempre lo Stadio Olimpico a celebrare non soltanto i trionfi romanisti, ma anche a tributare autentiche standing ovation ai protagonisti. Tra questi, in primo piano Paulo Roberto Falcao, suoi i gesti illuminanti in entrambe le goleade, immagine indimenticabile il gol firmato da Bruno Conti, dopo cinque passaggi al volo. Diciamo che tra le due squadre la Roma è stata quella più continua, la sola retrocessione della storia datata ormai da sessant'anni, il Napoli ha vissuto esaltazioni e depressioni, ma negli ultimi campionati ha veleggiato in zone non allarmanti della classifica, fino a tornare anche in Europa. E adesso può presentarsi a Roma con il biglietto da visita di un secondo posto in classifica, mentre l'umore dei giallorossi non è certo migliorato dopo gli schiaffi di San Siro e la prospettiva di dovere opporre una difesa improvvisata ai raid dei formidabili avanti azzurri. Purtroppo l'antico spettacolo di due tifoserie garanti solamente di entusiasmo è dimenticato, la violenza e le leggi restrittive impongono vuoti avvilenti, chissà quando si potrà tornare alla ragione.

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