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Lazio battuta a Torino

La disperazione di Zarate

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Una discesa di Krasic al 94' riserva alla Lazio l'amarezza più grande. Dopo una partita giocata alla pari, anche se nella ripresa un po' troppo sulla difensiva, i biancocelesti devono arrendersi alla Juventus che li affianca adesso in classifica formando un terzetto col Napoli. Il Milan, a +6, sorride. Peccato, perché dopo un avvio scioccante, la Lazio si era rimessa in partita e sembrava poter gestire il pareggio firmato da Chiellini e Quagliarella. Invece nel finale è arrivata la doccia fredda. Reja rispetta le indicazioni della vigilia spedendo Matuzalem e Brocchi a presidiare il centrocampo per arginare il duo composto da Felipe Melo e un Aquilani che Delneri è riuscito a recuperare in extremis. Marchisio preferito a Pepe per i bianconeri, fiducia confermata in Cavanda contro lo spauracchio Krasic per i biancocelesti. Circa ventimila gli spettatori infreddoliti sugli spalti con un centinaio di sostenitori della Lazio. Tagliavento fischia l'inizio e la Lazio va subito sotto. Iaquinta si guadagna un angolo dalla sinistra, batte Aquilani, irrompe di testa Chiellini da due passi e Muslera non può far altro che raccogliere la palla in fondo al sacco. I biancocelesti rischiano di affondare. Matuzalem e Brocchi sembrano incapaci di arginare i dirimpettai di centrocampo, Cavanda fa fatica a prendere le misure a Krasic e già all'ottavo la Juve potrebbe raddoppiare con Quagliarella che spedisce alto da pochi passi. Superato lo shock la Lazio incomincia ad abbozzare una reazione. Mauri si fa vedere dalle parti di Storari con una girata che non fa male, ma è il preludio al pari, che arriva al 14'. Su calcio d'angolo Hernanes cerca la porta, il pallone si trasforma in un assist per Zarate che non fallisce. Quarto gol in campionato per l'argentino e gara di nuovo in parità. Le squadre si affrontano a viso aperto, Tagliavento arbitra all'inglese e favorisce così lo spettacolo. L'avvio pirotecnico della gara permette di vedere ancora un diagonale di poco al lato di Floccari e una traversa spizzata da Aquilani su punizione. A quel punto le difese incominciano a prendere le misure e la gara si addormenta un po'. Cavanda non si fa più sfuggire Krasic, lo stesso fa il diciottenne Sorensen su Zarate e la partita scivola via senza altre emozioni fino alla fine del primo tempo. Nessun cambio per le due squadre al ritorno dagli spogliatoi. Delneri deve aver scosso i suoi nell'intervallo perché i bianconeri ripartono indemoniati. La Lazio va in apnea e si deve sacrificare Brocchi, che rimedia un giallo per un'entrata da dietro su Quagliarella e salterà la prossima gara con l'Udinese. La sfuriata bianconera, a parte un tiro da fuori di Aquilani respinto da Muslera, produce solo uno scontro tra Dias e Biava che costringe il secondo a lasciare il campo. È il quarto d'ora della ripresa e al suo posto entra Diakité. Delneri prova a giocarsi il tutto per tutto. Dentro Pepe per Marchisio e Del Piero per un inesistente Quagliarella. La Lazio ora pensa soprattutto a difendersi e corre qualche rischio su un tiro di Iaquinta al lato e una punizione velenosa di Del Piero. Reja manda in campo Ledesma per Mauri per coprirsi meglio, poi c'è spazio anche per Del Nero al posto di Zarate. Quando il pari sembra scritto, all'ultimo minuto di recupero, Krasic si inventa l'ennesima percussione sulla destra. Brucia Cavanda, finta il cross e batte Muslera sul proprio palo (il portiere ha molte colpe nell'occasione). Non c'è più tempo, vince la Juve e la Lazio torna a casa senza punti e col rimpianto per non essersela giocata un po' di più.

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