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Scommesse punizioni e forfait

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Dovevaessere la giornata delle punizioni. Quella delle del «mo li metto in riga io» dopo gli screzi palesi e per certi versi imbarazzanti di Cluj dove i romanisti si sono presi letteralmente a parolacce in campo. Ranieri avrebbe voluto dare una lezione esemplare, educativa per il futuro (ammesso che ce ne sia uno). E invece la fortuna, o sfortuna (dipende dai punti di vista) ci ha messo di nuovo lo zampino: Vucinic ko e Totti in campo per forza con Burdisso ad accomodarsi in panchina per aver dato al collega del «finito». E Pizarro? L'altro «irrequieto» dell'ultima ora, si accomoda in panchina con l'amico argentino: anche se nel suo caso ci sono le attenuanti di una condizione non ottimale e l'imminenza di una sfida col Milan che potrebbe essere decisiva. La punizione vera, paradossalmente, l'ha rimediata Baptista: addirittura non convocato. Il brasiliano non aveva gradito il fatto di esser finito più volte in tribuna da convocato. Bene, Ranieri non lo ha nemmeno convocato per la terza volta consecutiva così si è tolto il pensiero (nella speranza che portare il solo Okaka in panchina contro il Bari non si riveli un boomerang). Ma doveva essere anche l'anno delle scommesse: quelle vinte. Come quella di Adriano che da «scommessa già vinta», si è trasformato in un viaggio di andata senza ritorno: per il Brasile. L'attaccante, secondo i soliti ben informati sulle novelle trigoriane, avrebbe chiesto di poter anticipare le vacanze per tornare a casa a Rio de Janeiro. E non facesse più ritorno in Italia dopo lo stop natalizio non sarebbe una sorpresa: forse nemmeno per chi si era apprestato a considerarlo una scommessa già vinta.

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