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Uno zoo da stadio

L'aquila Olympia

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L'aquila Olympia vola nel cielo sopra l'Olimpico prima delle gare della Lazio. L'idea mutuata dai portoghesi del Benfica è suggestiva e spettacolare. Ma nel mondo l'idea di avere come mascotte un animale reale è antica, e diffusa. Restando al calcio, in Francia il Sedan ha come simbolo un cinghiale femmina, non certo leggiadra come Olympia: supera infatti la tonnellata di peso. In Italia l'Air Avellino di basket ha ingaggiato Felice, un pastore tedesco di 6 mesi, nato a Monteforte Irpino. Gli Atlanta Hawks, squadra di Nba, hanno il supporto di Spirit, un falco che vola giù dalle travi che sorreggono il palazzetto, durante la presentazione delle partite. Nell'aprile 2009, l'arbitro ha sospeso per qualche minuto la gara tra Atlanta e Miami perché Spirit si era fermato su un quadro di controllo posto in alto (più o meno come la laziale Olympia in Lazio-Cagliari). «Le cog», invece, è il galletto della nazionale francese di rugby.   Dagli Stati Uniti ci arrivano gli esempi più variegati, a volte sensazionali, legati in particolare alle squadre di football americano. Lì tutto è spettacolo, ma anche tradizione. Le squadre prendono il nome dalle loro mascotte che, in alcune Università, sono di carne ed ossa. E di carne e ossa né ha da vendere Bevo, il manzo dalle lunghe corna che simboleggia l'Università del Texas. Bevo nasce come mascotte nel 1916 quando un alunno Stephen Pinckney raccolse 124 dollari da ex studenti per l'acquisto di un manzo, originariamente chiamato Bo. Da allora, ci sono stati 14 Bevo: Bevo III una volta uscì dal suo recinto e corse all'impazzata per due giorni nel campus. Dal 2008 c'è Bevo XIV, che pesa 820 kg, e ha corna di 183 cm. Chissà se il nostrano urlo di protesta «arbitro cornuto» ad Austin non venga usato come un encomio per un direttore di gara benevolo verso i Texas Longhorns. Solitamente Bevo posa per le foto con i laureati, e le loro famiglie. Incredibile quello che accade in Louisiana. I Tigers sono rappresentati da una tigre del Bengala di 5 anni, Mike, un maschio che attualmente pesa 450 kg. Vive in un ambiente di 15 mila metri vicino allo stadio, ed è la sesta tigre della storia di Louisiana, la prima risale al 1936. Prima delle gare Mike fa un giro di campo in una gabbia su ruote sormontata dalle cheerleaders che, precedentemente allo spettacolo, viene parcheggiata nella zona limitrofa agli spogliatoi degli avversari, che devono passare accanto a Mike prima del match: il Tiger Stadium di Baton Rouge come il Colosseo! La tradizione vuole che ogni ruggito di Mike valga un touchdown dei Tigers.   Negli anni '80 alcuni burloni liberarono Mike IV pochi giorni prima del match con Tulane. Mike demolì numerosi alberi prima di essere recuperato. In Alabama prima delle partite degli Auburn Tigers vola un'aquila, War Eagle, che è anche il grido di battaglia di Auburn. Una delle tante leggende dice che «War Eagle» era il nome dato alla grande aquila d'oro dagli indiani delle pianure, che usavano piume d'aquila per i loro copricapo da guerra. C'è anche Ralphie il bufalo dei Colorado Buffaloes di Boulder. Ci vogliono cinque persone per eseguire il suo numero al Folsom Field: due davanti per orientare il suo giro per il campo, due nella parte posteriore, e una per controllare la sua velocità. Ralphie, infatti, può raggiungere i 40 km. Uga è il bulldog simbolo dei Georgia Bulldogs di Athens: indossa un collare a spillo e una maglietta rossa dello stesso tessuto di quella ufficiale dei giocatori. Tusk è il nome del cinghiale dei Razorbacks di Arkansas, mentre Dubs è l'husky dei Washington Huskies di Seattle. Un gallo da combattimento rappresenta l'Università del Sud Carolina, quella del Tennessee ha come mascotte il cane Smokey.

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