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L'Italia sparita

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SimonePieretti La crisi del calcio italiano si rispecchia nelle candidature al Pallone d'oro: nessun calciatore italico nella lista dei 23 giocatori che - con grande sorpresa - esclude anche l'argentino Diego Milito, assoluto protagonista delle vittorie dell'Inter della passata stagione. Quattro i giocatori interisti nell'elenco: Julio Cesar, Maicon, Eto'o e Sneijder, il favorito assoluto secondo gli allibratori. Accanto a lui, nella classifica dei bookmaker, il centrocampista del Barcellona Iniesta. L'olandese e lo spagnolo, una sorta di ripetizione della finale del Mondiale sudafricano che lo scorso luglio vide l'iberico sul gradino più alto del podio proprio grazie a un suo gol nei supplementari. Rivera, Rossi, Baggio e Cannavaro - vincitori dell'ambito trofeo - non avranno concorrenti per questa edizione. Ma il grande rischio è che non ne abbiano neppure per i prossimi anni. Gli italiani pagano il momento nero del nostro calcio, tenuto in vita dai successi dell'Inter, anzi, dell'Internazionale che, facendo fede al documento di fondazione del 1908, schiera calciatori stranieri. L'assenza degli italiani dalle nomination al Pallone d'oro è l'ultimo schiaffo di una lunga serie. A partire dalla disastrosa figura della nazionale di Lippi rimediata in Sudafrica, fino all'eliminazione dalla fase finale dell'Europeo Under 21 incassata dagli azzurrini di Casiraghi in Bielorussia che ci ha escluso anche dalle Olimpiadi di Londra del 2012. Il movimento calcio paga una scarsa programmazione a livello di settore giovanile che vede i campioni in erba spesso ignorati per lasciar spazio a qualche nome esotico proveniente dall'estero. Il più preoccupato di tutti sembra il nuovo ct dell'Under 21 Ciro Ferrara che, per trovare giocatori arruolabili (biennio 1990-91) dovrà seguire le squadre Primavera, oppure il campionato di Lega Pro. In serie A, infatti, fino a oggi sono stati impiegati soltanto nove giocatori tra 1990 e 1991, che hanno avuto modo di rimanere in campo per pochissimi minuti. La crisi c'è, ed è profonda. L'unico presidente che sembra fare qualcosa per rianimare il calcio italiano è il numero uno della Lega Pro Mario Macalli, che ha avallato la politica dei minutaggi legata all'età dei calciatori, soprattutto per dar man forte ai club della vecchia serie C di anno in anno sempre più in crisi. Ma anche qui qualche problema emerge: la politica dei minutaggi è munifica a partire dai calciatori nati nel 1988. Ciò significa che giocatori del 1987 e del 1986 vengono considerati già «vecchi» perché non danno accesso ai contributi. E così facendo si tagliano fuori numerosi elementi che - pur relativamente giovani - non hanno ancora trovato la loro dimensione.

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