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La prima volta di Floccari

Floccari abbracciato da Rocchi

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Una responsabilità pesante. Quel numero nove su una maglia azzurra che prima di lui è toccato a grandissimi campioni. Ma Sergio Floccari non si tira indietro, per l'Italia è pronto a «giocare in qualsiasi ruolo, perché sono una punta centrale ma all'occorrenza posso fare anche l'esterno offensivo, come è accaduto recentemente alla Lazio». Non si spaventa, Sergio Floccari. Perché vestire per la prima volta l'azzurro a 29 anni ha un sapore strano, specie per chi a 16 anni giocava ancora in promozione. Ma è proprio per questo che l'attaccante calabrese ha imparato a godersi il momento, a prendersi tutto quello che la carriera gli sta dando, anche se in ritardo. «Essere qui mi sta regalando emozioni fortissime - spiega - quando è arrivata la chiamata non ho pensato ad altro che a fare le valigie. So di essere stato convocato solo per il forfait di Gilardino, ma è comunque un sogno che si realizza. Un sogno per il quale devo ringraziare la Lazio». Già, quella Lazio in cui ha trovato l'ambiente ideale per esprimere le sue potenzialità, quella Lazio che adesso sta lasciando a bocca aperta il calcio italiano. «Fa uno strano effetto vederci lassù, anche se il primo posto è pienamente meritato per quello che abbiamo fatto vedere fino ad adesso». «Certo - aggiunge - il calcio adesso è diverso da quello di un tempo, la favola del Verona è irripetibile. Non siamo certo da scudetto, ma è inutile nascondersi, sappiamo di essere una squadra attrezzata». A Roma Floccari è arrivato dopo la non memorabile esperienza genoana: «So di non aver fatto bene in rossoblù, ma i brutti ricordi sono legati solo all'esperienza calcistica, non ambientale». Anche nella Lazio, nel breve trascorso seppur più che positivo, il calabrese ha un ricordo che vorrebbe cancellare: «Il rigore sbagliato nel derby è stato terribile, ma devo ringraziare i tifosi, che in quel momento mi sono stati vicinissimi. Il giorno dopo a Formello trovai degli striscioni di incoraggiamento, un gesto che mi aiutò a superare un momento davvero difficile. Certo, se oggi ricapitasse lo lascerei tirare a Hernanes...». E proprio il brasiliano è stato uno dei segreti del buon avvio laziale: «Lui può solo migliorarci - dice Floccari - è un bravo ragazzo e un bravissimo calciatore, è riuscito in fretta a inserirsi in campo e fuori». Ora, archiviate per un attimo le ambizioni biancocelesti, Floccari può concentrarsi sulla Nazionale: «Qui ho trovato un bel gruppo, c'è tanto affiatamento e si può far bene». Sempre senza dimenticare da dove si è partiti e le proprie origini, cosa fondamentale per chi ha costruito la propria carriera passo dopo passo, sacrificio dopo sacrificio: «Voglio dedicare questa convocazione ai miei genitori, alla mia ragazza e al mio piccolo paese, Nicotra, che amo ricordare ogni volta che posso. Perché so che lì in tanti stanno gioendo per me». Anche a Roma, Sergio, anche a Roma.

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