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Lazio forza quattro

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Rocchi e Zarate della Lazio

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Cinquantacinque gol. È la soglia indicata da Edy Reja per il campionato della Lazio. Per vivere una stagione positiva e non doversi per forza chiudere a difendere l'1-0 quando si è in vantaggio. Il ragionamento non fa una grinza. Basta scorrere i dati dell'ultima stagione. La Lazio di Ballardini segnò 17 gol in 23 partite, con la media di 0,73 reti a gara. Quella di Reja 22 in 15, con la media esattamente raddoppiata: 1,46. Una cifra che, moltiplicata per 38 giornate, dà esattamente la soglia di partenza: 55 gol. Facile a dirsi, un po' meno a farsi, considerando che proprio la cattiva stagione dell'attacco è stata tra le cause del tribolato campionato dell'anno scorso. E se, come sostiene Reja, «all'attacco si possono chiedere 30-35 gol e il resto lo devono fare gli altri giocatori», diventa chiara la linea seguita da società e tecnico sul mercato: comprare o confermare centrocampisti che abbiano una certa confidenza con la marcatura. Ecco spiegati gli arrivi di Hernanes e Bresciano così come i rinnovi di Mauri e Ledesma. Al di là del ritorno alla difesa a quattro e del recupero di un centrocampista, il passaggio al 4-3-1-2 può essere letto proprio come un tentativo di mettere tante frecce nell'arco della Lazio. Rocchi, Zarate, Hernanes, Mauri e Ledesma sono tutti calciatori naturalmente predisposti al gol. Sì, anche l'argentino che agisce come regista arretrato ma è bravissimo a inserirsi. Contro la Samp, d'altronde, la migliore occasione l'ha firmata proprio lui. Certo, la responsabilità maggiore spetta sempre agli attaccanti. Rocchi e Zarate sono chiamati a invertire una tendenza che non li ha mai visti troppo prolifici quando hanno giocato insieme. Ma nel passato non c'era un certo Hernanes: uno che parla lo stesso linguaggio calcistico di Maurito e che, con i suoi lanci filtranti, potrebbe premiare l'innata capacità di attaccare gli spazi del capitano. Fin qui la teoria. La pratica dice che nella prima giornata di campionato la Lazio ha costruito tantissimo e realizzato nulla. Agli interpreti, domani col Bologna, il compito di dimostrare che si è trattato solo di una casualità.

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