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Il rilancio del Cavaliere

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Prima tocca a Moratti poi a Fini. Berlusconi rilancia, acquista Ibra e Robinho (ingaggio di 5 milioni a stagione per quattro anni), fa sognare i tifosi del Milan che pure lo avevano ingiustamente criticato dopo appena un paio di stagioni da comprimari (ieri venduti 4.000 abbonamenti). Il Cavaliere non ci sta a farsi mettere i piedi in testa, nel calcio come nella politica. E allora la supremazia dell'Inter è durata anche troppo, basta sacrifici ed ecco acquisti sontuosi per strappare lo scettro al dirimpettaio cittadino. Senza dimenticare i problemi interni al Pdl perché Silvio prepara la resa dei conti anche con il «traditore» allevato dentro casa. Ma questo è un altro discorso perchè prima si è concentrato sul suo primo amore, il Milan. Ha scelto Ibra perché è ex-interista e vuole ripetere la fortunata esperienza con Pirlo e Seedorf, comprati dai nerazzurri e protagonisti di tante vittorie degli ultimi anni. Sarebbe troppo bello strappare lo scudetto all'Inter con l'antipatico svedesone di origine bosniache. Il mercenario slavo che prende il microfono dentro San Siro, si mette la maglia del Milan e promette vittorie ai nuovi tifosi, ha fatto salire la pressione arteriosa degli interisti. Un'operazione perfetta che ha restituito vigore al club più titolato del mondo. Prestito con diritto di riscatto e pagamento triennale dei 24 milioni previsti dall'accordo col Barcellona: un capolavoro senza gravare troppo il bilancio del club. Galliani gongola, Berlusconi esulta per le magie di Pato e dell'inossidabile Inzaghi contro il Lecce, intanto pianifica il colpo Robinho (atteso oggi a Milano) con la stessa formula di pagamento spalmata in più anni. Striscioni polemici della curva rossonera e persino la sera del torneo «Berlusconi» cori e critiche per una campagna acquisti al risparmio. «Ma come fate con tutti i giocatori che vi ha comprato in 24 anni?», queste la domanda che tutti abbiamo rivolto ad amici o conoscenti di fede milanista. Basta vedere una sintetica lista qui sotto dei colpi più importanti della sua gestione per comprendere l'ingratitudine dei tifosi rossoneri.Un atteggiamento inspiegabile ma Silvio ha incassato in silenzio e preparato la riscossa. Quando tutti lo danno per finito, Berlusconi ha il colpo di coda e in poche giorni ha saputo cambiare il destino calcistico del suo Milan. Che ora è alla pari dei rivali cittadini e punta a scucire il tricolore dalle magliette nerazzurre. Fanno bene nei palazzi della politica ad aver paura perchè proprio in questi momenti il Cavaliere trova l'idea che stravolge il copione che i suoi detrattori gli assegnano del tramonto inevitabile. Lo ha fatto nel calcio, lo sta per fare in politica ma intanto qualche tifoso milanista ha pensato di dedicare uno striscione d'amore a Fini che ha risvegliato l'orgoglio di Silvio. Per un volta qualcuno canterà «per fortuna che Gianfranco c'è».

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