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La Roma sbaglia troppo

Claudio Ranieri

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{{IMG_SX}}Riparte come era finita: dall'Inter. Altro giro, altro successo, altra coppa: stavolta Super. La Roma si deve inchinare ai nerazzurri che soffrono all'inizio, poi rientrano in partita grazie a un regalo dei giallorossi e allungano dimostrando di essere ancora più squadra. L'edizione che festeggia il 150° anno dell'Unità d'Italia, col minuto di raccoglimento per Cossiga appena scomparso, apre alle novità tecnologiche (mille telecamere e ingresso negli spogliatoi con interviste all'intervallo modello Nba), ma resta fedele ai valori del campionato. L'Inter è la ancora la più forte e il messaggio di questa sera servirà da monito per una stagione ormai alle porte. Ma la Roma almeno ci ha provato... anche se solo per mezz'ora. Ranieri non fa sorprese, rispetto alla vigilia l'unica assenza è quella di Simplicio che non va nemmeno in panchina. È la Roma migliore con Pizarro più basso del solito davanti alla difesa e pronta a cambiar modulo in corsa e Totti che va sempre incontro al pallone in fase di costruzione del gioco. Dall'altra parte anche Benitez cambia il meno possibile e mette dentro la solita Inter. C'è capitan Zanetti in difesa ma nella ripresa lascerà spazio a Stankovic. È subito Roma. La squadra di Ranieri arriva meglio sul pallone, sta molto bene in campo e non sembra soffrire la pressione psicologica contro la prima della classe. Totti è in serata e offre assist per tutti messo qualche metro più indietro rispetto alla posizione normale, quasi fosse tornato alle origini. Ma dall'altra parte c'è un tale Sneijder in odore di Pallone d'Oro che fa sudare sette camicie a Cassetti. Primo lampo Inter con Perrotta costretto a chiudere su Sneijder sfuggito a Pizarro e Cassetti, poi perla firmata Totti (11') che lancia a rete Vucinic splendidamente ma il montengrino non è in serata e consente la chiusura di Julio Cesar. Ci prova Menez a far ballare la rumba a Samuel: e ci riesce, ma non chiude poi altrettanto efficacemente a rete. Ventuno minuti per il vantaggio giallorosso nato ancora da una chicca di Totti che infila Riise nel pertugio giusto e il norvegese non si tira indietro: puntata che beffa Julio Cesar e porta avanti la Roma. L'Inter accusa, esplode la parte giallorossa di San Siro (diecimila all'inizio i romanisti ma cresceranno col passare dei minuti), ma la Roma non trova la forza per chiudere il match. Non solo, trotterella verso l'intervallo e non tiene alto il livello di concetrazione commettendo l'errore fatale che riapre la gara. È il 43 quando un inspiegabile retropassaggio di Vucinic coglie i suoi impreparati: soprattutto Juan fin qui statuario. Pandev ci mette il piedino e Lobont incassa: fa 1-1 e tutto da rifare. Ma l'Inter che rientra dopo il riposo sembra averne di più e dimostra di essere ancora molto più squadra della Roma che con in cambi di Ranieri non fa che peggiorare: male Taddei al posto di Pizarro, imbarazzante la prima di Adriano dentro per Vucinic. E Lobont ci mette il carico da undici. Così, una partita che sembrava aperta e che i giallorossi per una buona mezz'ora avevano pensato di poter portar via, finisce invece in goleada. L'Inter cresce, la Roma cala e il risultato è raccontato dalla doppietta di Eto'o che prima castiga Lobont con un tacco da distanza ravvicinata, poi approfitta dell'ennesima dormita generale e sdraia nuovamente il modesto romeno. Fa 3-1 il resto è confusione, fumogeni dalla tribuna e altra amarezza per i giallorossi che una volta ancora si devono inchinare all'Inter. Anche senza Mourinho i nerazzurri vincono il quarto «titulo» mettendo la Supercoppa in coda a questo ciclo fantastico.

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