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La ricetta del tecnico: «Alleanze tra club capitolini e spazio ai giovani. Tanjevic è una garanzia»

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MatteoBoniciolli è pronto a ripartire. Perché spesso nella stagione appena conclusa parlava di «lavoro fatto per qualcuno che arriverà dopo di me nella Lottomatica»? «Un po' per scaramanzia, forse per colpa di alcuni miei limiti caratteriali. Mi è capitato spesso di iniziare dei nuovi cicli e di non riuscire a portarli a termine. È accaduto a Udine: prima la promozione in A, poi l'Europa e sono andato via. Alla Fortitudo Bologna sono stato esonerato dopo aver vinto il derby. Ero stato chiamato per gestire il passaggio dalla squadra dei grandi campioni a quella dei giovani. Sono sicuro che quello che è riuscito a Repesa l'avrei portato a termine anche io. Poi Teramo, Avellino e la Virtus Bologna. Pensavo che questo potesse succedere anche a Roma e qualche spiffero l'avevo colto. Ma per fortuna alla Lottomatica c'è una persona come il presidente Toti. Mi ero posto un doppio obiettivo: conservare la triennale di Eurolega e far tornare la voglia al numero uno. Ci sono riuscito e lui mi ha premiato con il rinnovo». Ora accanto a lei c'è il maestro Tanjevic. Se Roma vincerà qualcosa diranno che il merito è di Boscia. «Magari accadesse... Non soffro di gelosia, tantomeno nei confronti di un uomo come lui. Ho diviso i successi di Avellino e Bologna con Tonino Zorzi. E credetemi: è stata una cosa eccezionale». La nuova Roma comincia a prendere forma con l'ingaggio del francese Traore e la conferma di Washington. Che squadra ha in mente? «Traore è uno dei migliori giocatori di post basso che attualmente ci sono in Europa. Sa usare entrambe le mani, è bravo nel coprire il campo correndo. Alla luce della nuove regole (la linea dei tre punti sarà più distante, ndc) credo possa essere un giocatore dominante. Lo ha lanciato nel grande basket proprio Tanjevic e questa è una garanzia in più. Ci serve un giocatore con queste caratteristiche. In questi giorni Sky sta facendo vedere delle repliche. Ho visto un piccolo pezzo - e soffrivo troppo - della seconda dei playoff contro Caserta. Con Hutson fuori abbiamo perso ogni possibilità di giocare in post basso perché Crosariol è da sfruttare principalmente nelle situazioni di pick and roll. Washington lo scorso campionato è arrivato in prossimità dei playoff in pessime condizioni di forma eppure in gara-2 era riuscito a prendere la squadra in mano e trascinarla ad un passo dalla vittoria. È molto bravo nel passare la palla e ha punti nelle mani. E in più ha il passaporto macedone. Sarà un valore aggiunto». Hutson resterà o andrà via? «Chiariamo una cosa: Andre è un grande giocatore. Ha avuto problemi fisici ed attualmente ha un contratto pesante. C'è bisogno che anche i giocatori capiscano il difficile momento economico e facciano un passo indietro». Ma se Hutson resterà dovrete rinunciare ad Heytvelt? «Non si possono tenere entrambi. A me Josh piace e anche parecchio. È un lungo moderno, con un ottimo tiro da 3 e, quando è in buone condizioni di forma, un eccellente rimbalzista. Ma tenere entrambi è difficilmente ipotizzabile. Vedremo come evolveranno le differenti situazioni». Siete alla ricerca di un esterno da quintetto con spiccate doti offensive. «È il giocatore che ci è mancato nella scorsa stagione per questo non possiamo permetterci di sbagliare scelta. Voglio un elemento con atleticità e tanti punti nelle mani». Nessun rimpianto per Jaaber? «Assolutamente. Ha fatto la sua parte. È un giocatore formidabile fin quando non hai bisogno di lui. Repesa aveva capito benissimo quale era il modo giusto per utilizzarlo. Ibby in difesa è una esterno da Nba ma come attaccante è troppo discontinuo». Nei giorni scorsi ha lanciato un appello al movimento romano di basket per unire le forze. «Mi è sembrato giusto farlo. La capitale ha mandato tre squadre alle finali nazionali under 19 e ha vinto il titolo under 15 con il Vis Nova. Ma poi succede che la Slovenia, che ha un milione e mezzo di abitanti, crei dieci giocatori da Nba e Roma uno solo, pur avendo un bacino di utenza che è forse il triplo. Dove è l'errore? Credo nella accesissima rivalità. Che fino a un certo punto è uno stimolo ma poi diventa una zavorra. L'ideale sarebbe che il movimento giovanile confluisse, come un collo di bottiglia, fino alla Virtus che ne è il vertice. Intanto noi con l'ingaggio di Andrea Iannilli abbiamo portato a tre, con Gigli e Marchetti, il numero di romani in rosa». In molti dicono che sei lei e Tanjevic sarete i garanti del progetto. Si potrà fare? «Onoratissimo della fiducia. Ma che alle parole seguano i fatti. La mia storia, e quella di Boscia, sono limpide e conosciute. Siamo pronti a questa responsabilità». È d'accordo con il presidente della Lazio Lotito quando definisce assurde le pretese dei giocatori che reclamano gli stessi diritti di chi lavora in miniera? «Concordo ed è la stessa cosa nel basket. Lui si è affacciato da poco nello sport e magari non ha colpe però credo che i principali complici siano stati nel passato proprio i presidenti, viziando i propri atleti con contratti fuori mercato e mille altri benefit. È stato poi accettato che agli italiani venisse garantito il posto attraverso regole protezionistiche. Noi abbiamo sposato il progetto italiano ma ai miei dico che ogni minuto di più in campo deve essere guadagnato con la dedizione e il lavoro. Questa è l'unica filosofia per essere vincenti».

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