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Il sindacato anomalo dei giocatori

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Arcaico,prima ancora che anacronistico, un sindacato dei calciatori professionisti, categoria anomala rispetto a quelle che a un contratto collettivo di lavoro affidano la sopravvivenza della propria famiglia. Aveva un significato ai suoi albori, primi Anni Cinquanta, quando il giocatore era vincolato dalla schiavitù del cartellino, il club odioso tiranno, senza avere alcuna rappresentanza legale. Sarebbero passati decenni prima che un «lavoratore» del calcio si affidasse a un commercialista per firmare un contratto, prima che irrompesse la figura del manager, attuale punto di riferimento per tutti. Poi arrivò la legge Bosman, di fronte alla quale le società, che avevano per due anni ignorato il problema, si fecero trovare in braghe di tela, gli schiavi si erano impossessati delle leve del potere. Da allora, protagonisti sono diventati gli interpreti dell'evento: capricciosi, talvolta, fino al piccolo ricatto morale, pronti a cogliere ogni minimo vantaggio. Ma qui si parla di gente che guadagna ogni anno milioni di euro, nulla a che vedere con una massa ai minimi contrattuali, però tutti accomunati dall'appartenenza allo stesso sindacato. Sempre per questo definizione abbia un senso se riferita a una professione che offre prospettive di favolosa ricchezza, ma anche i rischi del fallimento totale: un'alternativa ben nota agli artisti, per dirne una, ma anche a chi esercita una libera professione. Non tutti gli architetti raggiungono la gloria di Renzo Piano, molti stentano a trovare uno stipendio di fame in qualche studiolo. Senza la tutela sindacale che i calciatori pretendono, pur avendo intrapreso a loro volta una strada a rischio, una scelta della quale si rifiutano di prendere atto. Anche sui punti controversi ci sarebbe molto da discutere, ma a me sembra che la filosofia di fondo rimanga la stessa. Poi si potrà arrivare anche allo sciopero, minacciato dall'Aic, forse sarà accolto favorevolmente da chi potrà allungare le ferie senza perdersi l'avvio di stagione. Per non parlare delle ridicole iniziative di fischio d'inizio ritardato, indifferenza totale.

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