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Abete irremovibile sul fronte extracomunitari

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Comeannunciato giovedì, i club della massima serie non hanno inviato i loro tre rappresentanti (il presidente Maurizio Beretta e i consiglieri Claudio Lotito e Massimo Cellino) al Consiglio federale svoltosi ieri a Roma. Lo stesso ha fatto la nuova Lega di serie B. Un segnale di protesta forte e chiaro, una vera e propria rivolta. Per il presidente della Figc Giancarlo Abete, invece, si è trattato soltanto di una scelta «naturale. » cominciata una nuova era, la Lega di A e quella di B sono appena nate e quindi è giusto che facciano sentire le loro ragioni. Speriamo possano tornare presto a sedere in Consiglio». Non sarà facile, vista l'irremovibilità della Figc su alcuni punti chiave della discordia. «La decisione di ridurre da due a uno il numero dei giocatori extracomunitari tesserabili – ha spiegato Abete – è stata presa dal Consiglio ed è irrevocabile. Una sua proroga è impensabile. E poi se dite che 10-12 extracomunitari in meno non migliorano la situazione del calcio italiano, sarà vero anche il contrario: perché tutto questo rumore?». E così, mentre Beretta cominciava il dialogo con il Governo (la prossima coppa nazionale sarà intitolata ai 150 anni dell'Unità d'Italia) nella speranza di arrivare alla revisione della legge 91 sul professionismo e del decreto Melandri, Abete annunciava le decisioni prese da un Consiglio incompleto. Tra queste, l'esclusione di 21 squadre professionistiche dalla prossima stagione (tra cui l'Ancona dalla B) e la ristrutturazione dei campionati affidata a Mario Macalli: «Siamo con l'acqua alla gola - ha commentato il presidente della Lega Pro - mi metterò subito al lavoro perché la situazione è drammatica».

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