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Anche il pallone si deve adeguare al progresso

Il presidente della Fifa Joseph Blatter

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Un processo, quello tecnologico, inarrestabile a prescindere da quanto pensino Blatter & Co., perché non è più possibile far finta di niente. Tutti si sono adeguati, anche quelle discipline che hanno radici storiche più profonde e fatto nel corso degli anni della tradizione una sorta di «diversità» elitaria. Così, se a Wimbledon viene applicato il Falco (l'occhio tecnologico che permette di proiettare sul computer l'esatto punto di impatto della palla sul campo da gioco), non si spiega perché il calcio, probabilmente lo sport più televisivo del momento (oltre cento telecamere per la finale di Champions League tanto per fare un esempio), deve restare legato alle decisioni e quindi agli errori, di un solo uomo: l'arbitro. Magari bravo, leale e volenteroso, ma pur sempre soggetto a errori che in alcuni casi possono costare cari: e non solo in fatto di emozioni. Il mondiale sudafricano sta lì a confermarlo con tutti i suoi scempi. L'«apertura» di Blatter fa ben sperare (anche se è molto simile ad altre avvenute in passato e poi regolarmente eluse), ma adesso dalle parole bisogna passare rapidamente ai fatti. È essenziale, per la credibilità e la correttezza di questo sport aggiornarlo alla tecnologia e ai tempi della cultura moderna. Sul «come» basta solo mettersi attorno a un tavolo e ragionare: pensare a un processo di ammodernamento tecnologico basilare. Perché se il «moviolone» rischia di bloccar troppo le azioni di gioco e formare una sorta di spezzatino mediatico, basterebbe applicare quanto si fa già in tanti altri sport. Basterebbe un «istant replay» come avviene nel basket o nel rugby, magari limitandone l'utilizzo a «x» volte per squadra durante l'intero match. O dar più credito alle telecamere sulla linea di porta, o fornire, grazie a un'apposita regia, un aiuto «vero» agli arbitri che li possa non condizionare, ma aiutare a prendere la decisione giusta in tempo reale. Volendo, non sarebbe difficile, ora la tecnologia per farlo c'è. Assistere ad errori clamorosi come quelli visti nella Coppa del Mondo ancora in corso in Sudafrica, fa tutto tranne il bene di questo sport meraviglioso. Eppoi, si metterebbe la parola «fine» sulla sequela di insinuazioni e polemiche che seguono, regolarmente, tutti gli errori clamorosi commessi dagli arbitri di tutto il mondo... e sono tanti!

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