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Siamo ancora vivi

Claudio Ranieri saluta i tifosi

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Non ha mai vinto uno scudetto, la logica dice che non ce la farà neanche stavolta, ma Claudio «Martello» Ranieri è l'ultimo ad arrendersi. Ha sempre preferito le cose difficili alla «pappa pronta» e stavolta, sulla panchina di casa sua, vorrebbe portare a termine un'impresa senza precedenti. La matematica gli suggerisce che tutto è ancora possibile. Il bello della sua conferenza alla vigilia arriva in coda. «Sarebbe uno scudetto meritato per l'Inter?», gli chiedono e lui risponde stizzito. «Perché devo tirarle la volata? Lo diremo dopo le partite». Giusto. «Che sarà sarà» è il motto di Ranieri, come quello adottato negli anni Ottanta dalla curva Sud, che oggi traslocherà in blocco al Bentegodi. Vincere per non aver rimpianti. E poi «che sarà sarà. Stiamo mantenendo la promessa fatta ai tifosi, ce la stiamo giocando fino alla fine - prosegue il tecnico giallorosso - io sono contento perché stiamo regalando un sogno, quello di esserci fino all'ultimo. È vero, siamo un po' stanchi, spero che a Verona non faccia caldo. Questa è una squadra che ha cominciato a lavorare quando tutte erano ancora al mare e se a settembre mi avessero detto che oggi saremmo stati a questo punto nessuno ci avrebbe creduto. Sono già soddisfatto, ma lo sarei di più se arrivassimo a ottanta punti. Facciamo l'ultimo sforzo, poi staremo a vedere». Ottanta punti in trentasei gare sotto la sua condizione, una media superiore a due punti a partita: se ci riesce Ranieri il suo scudetto l'avrà vinto comunque. Anzi, l'ha già vinto e la città gli renderà omaggio per aver scritto una pagina commovente della storia romanista. «Già so che mi emozionerò, ma io vivo per questo».   A 24 ore dall'ultimo turno del campionato, non poteva mancare la nuova puntata della polemica con Mourinho, che nei giorni scorsi gli ha dato dell'ipocrita. «Per favore, voglio parlare di calcio. Io "normal one"? No - risponde l'allenatore romanista - mi sento solo Claudio Ranieri, un uomo fortunato che fa il lavoro che ama. Si vede che a Mourinho sto molto a cuore perché parla spesso di me, ne trae linfa, forse deve costruirsi qualcosa. Anche io potrei dire tante cose... ma non mi interessa, mi annoia». C'è ben altro nella testa di Ranieri, che giura di non pensare a Siena-Inter e conferma la sua volontà di incontrare la Sensi a fine campionato. «Il mio futuro è già scritto, sarà un incontro per salutarci prima delle vacanze». Una proposta concreta della Nazionale lo farà riflettere, ma la proprietà si dice tranquilla. La Sensi, come sempre, ha preferito non viaggiare con la squadra e oggi vivrà la domenica del verdetto nel salotto di casa. Tutti i giocatori sono partiti per Verona, anche gli indisponibili. Volti piuttosto concentrati durante il viaggio, programma pre-partita senza modifiche stamattina la riunione tecnica in cui Ranieri comunicherà la formazione. Totti ci sarà dal primo minuto. «Sono pronto - ha assicurato il capitano - ho recuperato dai piccoli problemi degli ultimi giorni speriamo che il terreno non sia pesante». Sarà l'ultimo sforzo per il numero dieci, prima delle meritate vacanze. «Sono contento che Lippi non l'abbia convocato, un mese di riposo gli farà bene», chiude Ranieri. È la Roma dei romani, oggi più che mai.  

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