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Roma, Totti infinito

Francesco Totti festeggia la vittoria della Roma sul Parma

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L'ultimo ad arrendersi. Sempre. Francesco Totti è il simbolo di una Roma che continua a crederci. Prima della imbarazzante passerella nerazzurra con la Lazio all'Olimpico, i giallorossi avevano fatto il loro dovere sabato nell'anticipo a Parma e si erano guadagnati 24 ore e «spicci» di primato in classifica. Un 2-1 con il marchio indelebile del capitano. Suo il gol del vantaggio, segnato con una facilità innaturale, suo l'assist telecomandato per il raddoppio di Taddei. Due acuti di un solista intramontabile in un'orchestra che, per forza di cose, inizia a stonare.   La rimonta miracolosa sull'Inter ha tolto energie fisiche a un gruppo che però con la testa continua a restare aggrappato al pezzo nonostante le speranze a due giornate dalla fine siano ridottissime. A Parma la Roma è stata brava e fortunata a mettere subito in discesa la partita, poi tanta sofferenza contro un avversario che, al contrario della Lazio, se l'è giocata con la bava alla bocca. Bravo Totti, al 12° centro in campionato nella gara in cui indossava per la 400ª volta la fascia di capitano: la rete del Tardini gli ha consentito di agganciare Hamrin a quota 190 nella classifica dei cannonieri di sempre in serie A. E bravo Ranieri a correggere in corsa una squadra a corto di fiato. Con Pizarro in panchina in vista della finale di coppa Italia, dopo un tempo in ombra sono usciti anche Vucinic (infortunato) e Menez. Per la seconda volta in questo campionato il tecnico ha ridisegnato la Roma con la difesa a tre: un esperimento che a Napoli aveva funzionato a metà. L'ingresso di Mexes ha attenuato il pericolo Crespo, Toni ha dato il suo contributo fatto di «sportellate» in attacco. La squadra è cresciuta ma ha deciso di complicarsi un'altra volta la vita subendo il gol di Lanzafame. Ancora Totti, immenso, l'ha presa per mano e difesa dall'isteria ingiustificata dei parmensi che hanno protestato per un presunto tocco di mano del capitano giallorosso in occasione del primo gol. Ma neanche decine di replay hanno chiarito l'episodio. «Non era fallo - giura Totti - l'ho presa tra il collo e la spalla». Sembra destino che il campionato della Roma si giochi attorno ai tocchi di mano. Nel finale il campo si è trasformato in un saloon, come purtroppo spesso accade nel campionato italiano dei veleni. «Mirante mi ha accusato di perdere tempo - racconta ancora Totti - ma erano i suoi compagni a fare fallo su di me. La partita di Parma dimostra che non ci sono gare facili: non lo saranno neanche le sfide con Cagliari e Chievo». Sei punti per restare incollati a un sogno: la Roma non può fare altro. «Noi ci siamo e ci saremo fino alla fine - assicura il capitano - la storia continua. Anche contro il Parma abbiamo giocato una partita emozionante, fatta di passione e volontà di ferro. Tutti insieme, noi l'allenatore e i tifosi abbiamo confermato la cosa più importante: ci siamo». E mentre Perrotta ha preferito non guardare Lazio-Inter («me ne vado al cinema»), Toni continua a sperare. «Sono stanco ma felice. Mi impegno al massimo perché il mio sogno è rimanere qui». Ha ancora 270 minuti a disposizione per meritarselo.  

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