
Voglia di Roma

«Prima battiamo le ceche in Fed Cup, poi penserò al torneo di Roma: vincerlo sarebbe un sogno». Tranquilla, rilassata e sicura di sé: la nuova testimonial Gatorade Flavia Pennetta rappresenta al meglio le donne del tennis (e dello sport) italiano. Felici e vincenti. «Il successo di Marbella mi ha dato fiducia - confessa la brindisina - sono pronta ad affrontare alla grande la stagione sul rosso». Appena arrivata a Roma per allenarsi in vista della semifinale di Fed Cup in programma nel weekend, la Pennetta lancia subito il guanto di sfida alla Repubblica Ceca: «Giocare per l'Italia regala sempre grandi emozioni. Farlo qui al Foro Italico ancora di più. Speriamo ci sia tanta gente, abbiamo bisogno del tifo e del calore del pubblico: vogliamo tornare in finale». Sarebbe la quarta volta in cinque anni, record per l'Italia del tennis. E a guardare le classifiche mondiali e l'inizio della stagione sul rosso (i primi due tornei sono stati vinti da Pennetta e Schiavone, con la Vinci finalista a Barcellona e la Errani semifinalista a Marbella), l'impresa non sembra impossibile. «Ma i pronostici non contano - osserva Flavia - Per vincere dovremo lottare». Frasi fatte? Non in questo caso. La storia delle competizioni a squadre insegna a diffidare di qualunque avversario: chi non ricorda i miracoli anni Novanta dei nostri Gaudenzi e Furlan? E poi c'è la bestia nera Lucie Safarova, talentuosa mancina mai battuta dalla Pennetta (0-2 i precedenti) e capace di mettere in difficoltà anche la Schiavone (2-2 negli scontri diretti). Concentrati sulla Repubblica Ceca, dunque. Poi la Pennetta ricomincerà a viaggiare. «Prima degli Internazionali d'Italia volo a Stoccarda - spiega Flavia - poi ci sono Madrid e soprattutto il Roland Garros. Spero di ottenere buoni risultati». Magari per risalire in classifica, dove la brindisina è scivolata al numero 15. «Sicuro, nei prossimi 3-4 anni di carriera voglio migliorare il mio best ranking. Ma il mio sogno è vincere Roma e giocare la semifinale di uno Slam. Quale? È indifferente». Traguardi difficili, ma non certo impossibili per chi ha già raggiunto due volte i quarti di finale degli Us Open. «La competitività del tennis femminile è cresciuta esponenzialmente - osserva la Pennetta - Dieci anni fa tra le prime 5-10 giocatrici al mondo e le altre c'era una grande differenza. Oggi il livello medio s'è innalzato: perfino Serena Williams, se non è in giornata, può perdere con la numero 30 al mondo». Figurarsi se non può farlo con Flavia Pennetta. Magari proprio nella finale di Roma.
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