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Com'è dolce quel primato in classifica

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Dolcissimasensazione, guardare tutti dall'alto. Dopo quell'avvio da incubo, l'arrivo di un nuovo timoniere, un piccolo cedimento prima di intraprendere, a velocità doppia rispetto a tutti gli altri, quella lunga progressione che avrebbe delineato un sogno, infine tradotto in realtà. Forse non la Roma più spettacolare, neanche la più pratica, del recente scorcio stagionale, ma l'aureola del primato assolve tutti i peccati, del resto veniali. Umanamente comprensibile quella sorta di braccino corto tennistico nella ripresa, dopo avere regalato all'Atalanta una misericordiosa ciambella di salvataggio: riaprendo così una partita che, al riposo, era già sugli scaffali dell'archivio. Ha tenuto in alto i cuori del popolo romanista un'uscita coraggiosa, e impeccabile nella tempistica, di Julio Sergio, fino a quel punto spettatore e magari un po' troppo disinteressato di quanto accadeva nella sua area piccola. E così è l'Inter, adesso, a dover inseguire, mentre perde ulteriore terreno il Milan, già fortunato a recuperare due gol al Catania, i giallorossi possono dire grazie al vecchio nemico Sinisa Mihajlovic. Anche se, con cinque giornate da far trascorrere, quattro punti non rappresentano un margine incolmabile, mentre il punto di ritardo dell'Inter si raddoppia nell'ottica del doppio confronto con la Roma. segue a pag. 20

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